Lazio, Immobile: “La chiamata della Juve? Pensavo fosse uno scherzo”

Il bomber biancoceleste torna sul trasferimento in bianconero del 2007: “Me lo disse mio padre, dovevamo andare a Torino e la mia famiglia non aveva mai preso l’aereo. Fu difficile ambientarmi, tutto era frenetico”
Lazio, Immobile: “La chiamata della Juve? Pensavo fosse uno scherzo”

Quando arrivò la Juve pensai fosse uno scherzo”. Ciro Immobile ripercorre le tappe della sua carriera e torna al 2007 quando, a 17 anni, venne acquistato dal club bianconero che lo prelevò dal Sorrento. “Ritrovarti una chiamata del genere è incredibile. Me lo disse mio padre, la mia famiglia nemmeno aveva mai preso l'aereo e dovevamo andare a Torino - ha svelato l’attaccante della Lazio nella diretta Instagram con Damiano ‘Er Faina’ -. Fu molto difficile ambientarmi, ti dovevi subito mettere al livello degli altri e tutto era frenetico. Il primo anno ho fatto fatica, poi gli altri due anni andarono alla grande”.

Immobile: “Il calciatore deve avere testa”

"Subito dopo sono andato a Siena, ero giovane e la squadra era molto forte. Ho sofferto il salto di categoria ma mi ha aiutato tanto. Quando sono andato a Grosseto invece ho imparato tante cose che poi mi sono ritrovato a Pescara. Devi stringere i denti quando va male, anche col Genoa non fu facile ma poi andò bene a Torino. Sono step necessari per crescere. Il calciatore deve avere testa, nell'intera carriera non può andare sempre come tu vuoi. In quel momento si vede se puoi fare veramente il giocatore o no. Nei momenti complicati non devi mai pensare di non essere all'altezza”.

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