Lazio, Inzaghi: "Azzardato parlare di scudetto. Siamo in difficoltà"

Il tecnico biancoceleste ha analizzato la sconfitta con il Sassuolo: "Ripartiamo subito per fare punti per la Champions"
Lazio, Inzaghi: "Azzardato parlare di scudetto. Siamo in difficoltà"© ANSA

ROMA - La Lazio non riesce più a vincere. Altro ok, questa volta con il Sassuolo. Il terzo di fila per i biancocelesti. Ai microfoni di Sky Sport, il tecnico Simone Inzaghi ha parlato del periodo nero: "I ragazzi hanno messo tutto quello che avevano, ma in questo momento non basta. L’episodio non ti premia, il pareggio sarebbe servito a poco anche contro il Lecce, ma non parlavamo di due sconfitte. Bisogna fare tutti di più. Abbiamo parlato in questi giorni. Il momento è particolare, non ci dobbiamo disunire, dispiace per i 3 ko consecutivi. Ho sempre i soliti che vanno in campo e gli altri giocatori non sono al meglio. Le partite le perdiamo, ma dobbiamo fare altri punti. Non ci sono rientri in vista. Noi abbiamo fatto il copia e incolla della formazione, con Lukaku che solo 20 giorni fa è tornato ad allenarsi. Ora ricompattiamoci. Speriamo che qualcuno possa tornare. Serve rifiatare, manca lucidità, il calcio è fatto di scelte. Noi le sbagliamo sia in attacco che in difesa”.

La ripartenza

“Non c’era mai stato un caso del genere, non sapevamo come muoverci in fase di ripresa. Nel lockdown i ragazzi hanno partecipato alle sedute su Skype, si sono allenati. Siamo partiti con lavori individuali, poi prima della ripresa sono successe delle problematiche ci hanno penalizzato come i ko di Leiva, Cataldi, Marusic, Correa, Adekanye, tutti giocatori importanti che purtroppo non sono al meglio. Avrebbero portato rotazioni. Adesso manca la voglia. Manchiamo di lucidità, tre mesi fa non prendevamo certi gol. Mancano sei partite, di recuperi non ce ne saranno tantissimi. Nessun alibi le assenze. A Lecce e con il Sassuolo non dovevamo perdere. Gli obiettivi? Fare punti, il nostro scudetto è la Champions. Parlare di scudetto ora è azzardato. Prima dello stop non lo era, ma per causa nostra e altri problemi dobbiamo guardare la realtà: siamo in difficoltà, mancano ancora sei partite”.

La pressione da scudetto

“Non credo allo stress psicologico. La squadra ha fatto finali, ha fatto partite importanti in grandi stadi. Ero preoccupato per un lungo stop, un giocatore sul divano per così tanto tempo non era mai capitato. Le rotazioni sono importanti, abbiamo perso giocatori fondamentali. Non credo allo stress, potevamo fare meglio. La rosa, prima dello stop, era da prima in classifica. L'uscita dall’Europa League è stata una cosa non voluta. Con la Champions League bisogna fare rotazioni ampie e scelte determinate. Ma in queste partite, i giocatori al top, mi avrebbero dato altre possibilità. Non posso concedere pausa a Parolo ad esempio, che ha 35 anni e sta facendo grandi cose. Ho ragazzi della Primavera non ancora pronti".

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