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ROMA - Una storia che deve continuare, ma adesso è la Lazio che aspetta Simone Inzaghi. All’ordine del giorno, sempre il tanto atteso rinnovo che però ancora non ha vissuto l’evento più importante, quello che deve vedere la firma sul contratto che dovrebbe unirlo alla Lazio per altri tre anni, quindi fino al 2024. Una storia che dovrebbe continuare, usiamo volutamente il condizionale. Perché in questa stagione costellata di alti e bassi, dopo la terza vittoria consecutiva il tecnico piacentino è tornato a tentennare. L’offerta del patron Claudio Lotito è rimasta ferma a quella dell’ultimo rilancio che risale a inizio 2021: 2,5 milioni di euro a stagione per il prossimo triennio.
Parole al miele, ma senza firma
Uno sforzo di tutto rispetto per un tecnico che comunque in cinque stagioni ha riportato la Lazio in Champions dopo 10 anni e tra le prime 16 d’Europa dopo 20 anni. Eppure il condizionale resta d’obbligo, perché finora ci sono stati tanti ammiccamenti, tante parole al miele ma poi l’abbinamento decisivo, la mossa ‘distensiva’ di Inzaghi nei confronti della società ancora non ci è stata. Nonostante le tante parole di circostanza, specie quelle spese proprio alla vigilia del match con lo Spezia di sabato: «Con il presidente ci vedremo tra poco - aveva anticipato - Sul mio futuro non penso ci siano problemi, con il presidente ci troveremo con molta tranquillità e vedremo il da farsi». Poi la stoccata di chi sa che può alzare la cifra (lui chiede 3 milioni a stagione): «Spero di andare avanti per tanti altri anni. Il presidente sa che per me la Lazio è sempre al primo posto. Poi è normale, come in tutte le famiglie, bisognerà sedersi a parlare. Ma secondo me per il presidente sono la sua prima scelta. E lui sa che per me la Lazio è la prima scelta. Quindi penso che questo matrimonio possa continuare nel migliore dei modi, senza se e senza ma» [...]
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