Lazio-processo tamponi, la sentenza: due mesi a Lotito e multa

Arriva il responso della Corte federale della Figc dopo la discussione andata in scena in mattinata: condanna anche per i medici
Lazio-processo tamponi, la sentenza: due mesi a Lotito e multa© www.imagephotoagency.it

ROMA - La Corte Federale d'Appello a Sezioni Unite presieduta da Marco Lipari, chiamata dal Collegio di Garanzia del Coni ad effettuare una nuova valutazione della misura della sanzione sul 'caso tamponi' legato alla Lazio, ha parzialmente accolto i reclami proposti dal presidente del club Claudio Lotito, dai medici Ivo Pulcini e Fabio Rodia e dalla S.S. Lazio, determinando la sanzione in 2 mesi di inibizione per Lotito e in 5 mesi di inibizione per Pulcini e Rodia. La società biancoceleste è stata sanzionata con 50mila euro di ammenda. L'avvocato biancoceleste, Gentile, prima della sentenza aveva ammesso: Abbiamo discusso per più di un'ora, siamo stati ascoltati, il presidente ci ha dato ampio spazio. La Procura ha chiesto 11 mesi per i medici e 10 mesi per Lotito oltre a una multa di 150 mila euro per la Lazio. Noi abbiamo chiesto l'assoluzione completa”. Lotito era stato condannato a 12 mesi di inibizione dalla Corte d'appello federale allora presieduta da Mario Luigi Torsello.

Parla il medico Pulcini

Ai microfoni di LaPresse, il medico Ivo Pulcini ha commentato la sentenza: "Una vittoria? É vicina, noi puntiamo alla totale cancellazione perchè non esiste nessun reato. Mi ritengo molto soddisfatto, partiamo da una causa pesante grave che non esiste. La mia mira è l'assoluzione completa perché so di aver fatto il mio dovere da medico. Non c'è stata nessuna disposizione della Asl che mi diceva di tenere Immobile fermo. Un medico non può essere delegittimato da un tampone, è una follia". Poi ha continuato: "Il ricorso al Collegio di garanzia per me è necessario perché voglio l'assoluzione, ho fatto il mio dovere e voglio che venga riconosciuto. Io sono abituato a lottare fino alla fine. Ho sempre avuto il rispetto della Procura e dei ruoli. Voglio che venga legittimato il mio ruolo di medico. Da questa vicenda ne ricavo che c'è stata tanta confusione. Esiste il malato, ma non la malattia. Il protocollo o un tampone non può sostituire il medico".

Le parole dell'avvocato Gentile

"Abbiamo ristabilito un processo sereno e in applicazione delle regole del diritto e questo è già una grande vittoria. Perché fino all'intervento del Collegio di Garanzia abbiamo avuto la sensazione di assistere ad una storia già scritta dall'inizio nella sua gravità e nella sua durezza. Abbiamo ottenuto un risultato di giustizia. Se poi se è molto o poco aspettiamo la motivazione. Vediamo cosa scrivono. Però intanto oggi siamo soddisfatti di essere stati davanti ad un giudice sereno. Ricorrere al collegio di garanzia? Aspettiamo le motivazioni". Queste le parole dell'avvocato della Lazio, Gian Michele Gentile, dopo la decisione della Corte federale d'Appello della Figc sul caso tamponi.

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