Lazio-Genoa, Sarri: "Europa League un problema, ora testa solo al campionato"

L'allenatore biancoceleste ha parlato prima della sfida di venerdì contro la squadra di Shevchenko: "L'impegno del giovedì ci trita"
Lazio-Genoa, Sarri: "Europa League un problema, ora testa solo al campionato"© Getty Images

FORMELLO - "La squadra si applica, non deve ricevere nessun messaggio. L’Europa League ci sta tritando per colpe nostre. Dopo il giovedì abbiamo una media punti di 0,6. Questo porta avere punti in meno rispetto alla normalità. La squadra non riesce a gestire gli impegni europei. È il nostro limite attuale. La differenza tra una squadra forte e normale sta tutta qua. Una formazione forte vince anche 1-0, noi invece arriviamo totalmente scarichi e non facciamo la partita". Maurizio Sarri parla chiaro nel giorno della vigilia di Lazio-Genoa. Il tecnico laziale ha parlato dell'impegno del giovedì e della risposta che la squadra, al doppio appuntamento settimanale, non ha quasi mai dato. "Questa squadra si allena sempre bene, con un buon livello di applicazione. Il limite è questo e non è da poco. L’obiettivo è fare una squadra giovane e che sia destinata, almeno in teoria, a crescere piano piano con un percorso. Poi nessuno sa dove possa arrivare il percorso, ma la strada più percorribile, nella nostra dimensione, è questa”, le sue parole in conferenza stampa.

Questione di difetti

“Mi aspetto che le prossime partite si giochino, nelle ultime non è stato fatto. Per noi è un discorso di togliere i difetti visti fino ad ora. Poi ovvio, se si migliora, anche la classifica ne risente. Voglio partite giocate sino in fondo. Il problema è inconscio, nessuno vuole arrivare ad un match scarico. E così è difficile capire la soluzione. La differenza, come detto prima, tra una squadra forte e una normale sta qui. Spero di recuperare Pedro, Luis Alberto e Zaccagni. Sembrano in fase di risoluzione, tre situazioni speriamo risolvibili”.

Il futuro in biancoceleste

“Se la squadra fa bene il pubblico torna, se la squadra da questi segnali ci sono meno tifosi. Il pubblico deve essere la conseguenza di quello che facciamo. Questa è una squadra che ha fatto la Champions in un anno in cui mancavano Inter e Milan. Non esageriamo con questo obiettivo. Adesso, se rapporti a quello accaduto negli ultimi anni, la situazione è più complicata. Nelle teste dei giocatori ci deve essere solo il pensiero di togliere i difetti. Il Porto? Non lo guardo ora, non ci penso. Ci è toccata una squadra forte, ma difficile pensare che si potesse trovare una formazione semplice con questo regolamento. Abbiamo trovato una delle più forti. I difensori nostri possono avere delle maggiori difficoltà. C’è una cosa che salta all’occhio. Zaccagni, Pedro e Basic stanno facendo bene e sono arrivati da poco, non c’erano l’anno scorso. Il gioco è figlio di una squadra attivata e determinata. La base deve essere questa. Quando il livello di attivazione è basso, non ho mai visto una squadra giocare bene. L’esperienza di Napoli era tipo questa. Più veloce l'apprendimento, ma il fulcro era l’allenatore come accade qui. Ecco perché dico che ci vorrei rimanere e sto bene”.

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