Lazio: riparte il sogno “Stadio delle Aquile”

Incontro tra il presidente Lotito e il neo sindaco di Roma Gualtieri per l'impianto
Lazio: riparte il sogno “Stadio delle Aquile”© ANSA

TORINO - Il sogno è iniziato a metà degli anni 90, quando, sia la Lazio del presidente Sergio Cragnotti che la Roma del presidente Dino Viola, cominciarono a pensare alla possibilità di abbandonare lo Stadio Olimpico, scomodo, senza parcheggi ed inadatto alla visione di una partita di calcio, per costruire ciascuna un proprio impianto moderno, stile inglese.  Per quanto riguarda la prima squadra della Capitale, si è dovuto però attendere l’arrivo del presidente Claudio Lotito il quale, impossessatosi nel 2004 di una società piena di debiti, in pochi anni è riuscito ad invertite la tendenza, iniziando a risanare il bilancio e individuando nel comune di Valmontone, distante una cinquantina di chilometri da Roma, l’area ideale per bypassare l’impossibile burocrazia e corruzione della Capitale e costruire quello che fu denominato “Lo Stadio delle Aquile”, di cui nel luglio 2004 fu presentato l’avveniristico progetto.

PROPOSTA FLAMINIO Ai tifosi della Lazio, tuttavia, l’ubicazione esterna dalla loro città non piacque affatto, e così Lotito propose dei terreni di proprietà della propria famiglia, ubicati nell’area della Tiberina, a Roma Nord, feudo del tifo biancazzurro, il luogo ideale nel quale edificare il nuovo stadio. Ma, immediatamente, il presidente si scontrò con l’ostracismo dell’allora sindaco di Roma, Walter Veltroni, che, piccato, tuonò: «Roma ha già l’Olimpico, non ha bisogno di un altro stadio!» chiudendo così, indirettamente, le porte in faccia anche all’altra squadra della Capitale. I tifosi laziali allora proposero, e continuano a proporre negli anni, in alternativa al nuovo stadio, una ristrutturazione dell'amato Stadio Flaminio, ma i vincoli architettonici hanno impedito, fino ad oggi, ogni intervento strutturale sull’impianto, lasciandolo deperire e marcire nel degrado totale nel quale attualmente si ritrova. 

VELTRONI E PETRUCCI CONTRO A mettere i bastoni tra le ruote dei progetti della Lazio (ma anche della Roma) intervenne subito anche il Coni, per bocca del suo allora presidente Gianni Petrucci, noto tifoso romanista: «È il buon senso che dice no, non il Coni. Roma ha già Olimpico e Flaminio e non c' è bisogno di altri due stadi». Fine dei giochi. Lotito tuttavia, malgrado gli ostruzionismi, e l’ostilità delle istituzioni, insiste. A giugno 2005 presenta un progetto di stadio polifunzionale, da 55 mila spettatori con centro commerciale annesso (ristorante, cinema, negozi) e tanto di strutture per la Polisportiva. Il plastico dello «Stadio delle Aquile» viene presentato a Formello: «Per realizzarlo servono almeno 40 ettari, anche per 12 mila parcheggi)», sottolinea l'ideatore architetto Mercurio. Quanto al luogo in cui la struttura potrebbe sorgere, le ipotesi sono varie e molto differenti. Quella cittadina prevede la costruzione sulla Tiberina, a Roma Nord. Ma per tenere un po’ sulle spine il sindaco Walter Veltroni, Lotito precisa che esistono anche altre ipotesi in provincia: «I sindaci di Fiumicino e di Valmontone mi hanno già dato la loro disponibilità, credo che anche l’amministrazione capitolina non si lascerà scappare questa occasione - e rilancia -. Servono però almeno 150 ettari!». Alla presentazione del progetto non era presente alcun rappresentante del Comune o della Regione. «Io avevo invitato tutti...», si rammarica il presidente.

LE ALTERNATIVE A inizio 2007, preso atto dell'impossibilità di costruire il nuovo impianto all'interno del raccordo anulare, Lotito valuta nuove alternative e incontra il sindaco di Riano Flaminio, lanciando l'idea di realizzare il nuovo stadio nei terreni gestiti dall'amministrazione del piccolo centro alle porte della capitale. Da allora troppa acqua è passata sotto i ponti del Biondo Tevere senza che nulla, o quasi, accadesse. Nel frattempo alcune società italiane sono riuscite nel “miracolo” di dotarsi di uno stadio di proprietà: la Juventus, l’Atalanta, il Sassuolo e l’Udinese in Serie A. 

L'APERTURA Oggi pare che, sotto l’impulso di queste realizzazioni, anche la nuova giunta comunale di Roma, guidata dal neo sindaco Roberto Gualtieri, abbia aperto le orecchie all’ipotesi di due nuovi stadi cittadini e Lotito ha ribadito: «Farò lo stadio. Come ho già ricostruito il centro sportivo che tutti ci invidiano». Il patron biancazzurro ne ha parlato col sindaco la scorsa settimana gettando le basi per un dialogo, la volontà è quella di dare al club lo Stadio delle Aquile che da anni i tifosi sognano. Lotito e Gualtieri si dovrebbero aggiornare nelle prossime settimane. L’area individuata per la costruzione dell’impianto resta quella dei terreni di famiglia del presidente sulla Tiberina, già individuati nel 2005 e bocciati da Veltroni e Petrucci. Vedremo a breve se questa sarà la volta buona oppure, come praticamente sempre accade in Italia, le belle parole resteranno fuffa. 

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