Coronavirus, Sticchi Damiani: "Stipendi possono saltare. Campionato va finito"

Il numero uno del Lecce: "I ricavi sono dettati dai diretti televisivi: se quell'entrata viene meno, gli effetti sarebbero disastrosi. Playoff e playout? Contro per tre ragioni"
Coronavirus, Sticchi Damiani: "Stipendi possono saltare. Campionato va finito"© Bartoletti

LECCE - Saverio Sticchi Damiani, patron del Lecce, ha parlato oggi da Radio Punto Nuovo a proposito della situazione Coronavirus: “Ora come ora saremmo a pari punti col Genoa e pari anche negli scontri diretti. Noi presidenti ci sentiamo tutti i giorni e non abbiamo mai preso in considerazione la possibilità di cristallizzare la classifica attuale. Si deve completare questo campionato in qualsiasi modo, i verdetti vanno dati sul campo. Il problema non va considerato solo con le lenti delle società e dei calciatori, ma dell'interno sistema visto che lo Stato perderebbe uno dei suoi contribuenti maggiori. Stipendi bloccati? Il rischio c'è per tutti, è inevitabile, i ricavi sono dettati dai diretti televisivi che vengono completamente trasferiti nell'acquisto dei giocatori: se quell'entrata viene meno, gli effetti sarebbero disastrosi".

"Serie A? Vorremmo che ricominci entro i primi di maggio, così da finirlo entro il 30 giugno e da ridurre i danni al minimo. La vera domanda senza risposta è: 'Se non chiudiamo il campionato entro il 30 Giugno, lo blocchiamo con un impatto economico o è pensabile uno sforamento a luglio?'". Il numero uno salentino dice anche la sua sulla possibile modalità di conclusione del torneo: "Sono sfavorevole a playoff e playout per tre ragioni. Innanzitutto, se si può tornare in campo per 6-7 partite di playoff, si può finire anche il campionato. Secondo, non è detto che risolverebbero il problema economico e finanziario e infine non darebbero valore e merito sportivo. Una cosa è certa: in campo non si torna se le condizioni di salute non sono perfette. Ricordo che in base all'ultimo DPCM i club potrebbero teoricamente allenarsi, non lo facciamo solo perché abbiamo deciso di seguire i medici sportivi".

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