Milan, Berlusconi detta le sue condizioni

Per 500 milioni una quota di minoranza. Taechaubol comanda solo se alza l’offerta
Milan, Berlusconi detta le sue condizioni© LaPresse
MILANO - Chi pensava che ieri potesse essere il Bee-Day, è rimasto deluso. Magari un giorno, anche prossimo, il Milan finirà nelle mani del broker thailandese e dei fondi alle sue spalle, ma ieri Silvio Berlusconi ha posto dei paletti, rivendicando la volontà di mantenere la maggioranza e mandando così in frantumi i sogni di Bee Taechaubol di annunciare subito l'acquisto del club rossonero.

L'OFFERTA VA ALZATA - Già il fatto che sia stato Silvio Berlusconi a muoversi verso il Park Hyatt, quartier generale di Mr. Bee e non il contrario, era sinonimo del mancato accordo definitivo, visto che solitamente è l'acquirente che si reca a "casa" del venditore. Berlusconi con il broker è stato chiaro. Le riunioni avute fra giovedì e venerdì ad Arcore con Fininvest, i suoi figli, Adriano Galliani e l'eurodeputata Licia Ronzulli (tramite della trattativa con Bee), hanno portato il presidente rossonero ad alzare l'asticella: Berlusconi ha spiegato a Bee che per 500 milioni, ovvero l'offerta messa sul piatto, il patron rossonero è disposto a cedere non la maggioranza del 51%, ma una quota non superiore al 49%. Semplice il ragionamento del patron: se devo rimanere nel Milan, non ha senso farlo senza potere decisionale, pagando però praticamente la metà degli oneri. Berlusconi ha messo spalle al muro Bee: se il thailandese vuole la maggioranza del club, deve offrire più denaro o sviluppare un progetto che col tempo lo porti ad acquisire una quota più sostanziosa del 51% (60? 75?). Altrimenti al comando resterà Silvio con i suoi uomini, ovvero la figlia Barbara e Galliani, tant'è vero che il paventato ingresso in società di Paolo Maldini non dovrebbe verificarsi (fra l'altro, ieri Bee a pranzo con il suo entourage ha incrociato Maldini e famiglia in un ristorante del centro, ma non si sono neanche salutati).

BEE: «SARA' SCUDETTO» - Tutto questo è stato riassunto dalla stessa Fininvest in una nota ufficiale: «L’incontro è stato positivo. Sono state discusse tematiche centrali per il futuro del club come, ad esempio, la valorizzazione e la commercializzazione del brand nei paesi asiatici, dove si può dare un forte e decisivo impulso per sviluppare i ricavi e reperire così quelle risorse finanziarie indispensabili per allestire un progetto tecnico e sportivo che riporti il club ai vertici. La collaborazione proposta - si legge -, ancora da definire in molti punti, prevede l’acquisizione da parte di una cordata finanziaria di una quota di minoranza e che il controllo del club rimanga saldamente nelle mani del presidente Silvio Berlusconi e della Fininvest». Nota a cui ha risposto con un comunicato la Thai-Prime di Bee che prima di tornare a Bangkok si è riunito (insieme a Nelio Lucas della Doyen Sports) con i suoi legali “Gianni, Origoni, Grippo, Cappelli & Partners”: «E’ stato raggiunto un principio di accordo con Fininvest per acquisire una quota del Milan (senza però menzionare quanto, ndr) e trattare in esclusiva (la Fininvest non conferma, ndr). I nostri partner finanziari sono saldi e dietro di noi. Una volta concluso l’accordo ci rimboccheremo le maniche e inizieremo a lavorare: il Milan deve lottare per lo scudetto e la Champions». Bee - che aveva dichiarato dopo il vertice con Berlusconi: «Ho scelto il Milan perché è la squadra migliore» - in Thailandia studierà la nuova offerta e poi tornerà alla carica: questa volta Berlusconi gli aprirà definitivamente le porte? La cordata cinese di Richard Lee (chiamato in causa ieri da Berlusconi con un lapsus) non è andata oltre una manifestazione d’interesse e sembra ora defilata.

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