C’è mezzo Milan da rottamare

Mihajlovic furioso pure nello spogliatoio, nel mirino Alex, Abate, Nocerino, Montolivo e Cerci

MILANO - Sinisa Mihajlovic, la sua rabbia non l'ha sfogata soltanto a microfoni unificati ma ha concesso il bis pure nelle segrete stanze dello spogliatoio ampliando i concetti espressi sul fatto che non può certo lamentarsi di stare in panchina chi offre prestazioni sconcertanti come quella di Mantova in cui tutti i riservisti sono andati a fondo. «Era una partita per me importante in cui attendevo delle risposte - ha detto Sinisa - ora so su chi contare e su chi non contare». Parole che, rimbombate anche nello spogliatoio, hanno sortito l'effetto di un elettroshock visto il processo per direttissima intentato dall’allenatore dopo quella che doveva essere “soltanto” una passerella per far mettere minuti nelle gambe a Mario Balotelli.

NIENTE SCONTI - Mihajlovic sa che questa è la grande occasione per dare una svolta alla sua carriera e non vuole fare sconti a nessuno. Sa pure di avere la fiducia della società («L'allenatore è bravo ed è pagato per fare delle scelte», le parole di Galliani), ma sa anche che la fiducia, in una grande, non è incrollabile. Il problema è che questo primo scorcio di stagione ha messo in luce alcuni difetti strutturali che, evidentemente, non erano emersi in tutta la loro gravità nelle varie amichevoli estive: il divario tra i titolari e le seconde linee è netto e preoccupante. La sensazione è che chi è stato messo ai margini, non si sia ancora sintonizzato sulla nuova realtà imposta da Mihajlovic, allenatore che chiede a tutti i suoi soldatini il 110%. Usando termini così crudi, Sinisa ha voluto probabilmente dare una scossa a chi è rimasto indietro: solo il tempo dirà se il metodo porterà risultati oppure se si creerà una spaccatura sempre più netta all'interno della squadra tra chi sta con Mihajlovic e chi non riesce a seguirne l'impeto da sergente Hartman.

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