Mihajlovic: «Io non mollo»

«Ventura è un maestro in più ha la fortuna di essere al Toro da un po’ di anni. Se fai l’allenatore del Milan non puoi invidiare nessuno al mondo, e in una grande e non puoi lavorare a lungo senza i risultati»

CARNAGO - «Col Torino sarà importante tutto, in primis la testa: abbiamo bisogno di trovare sicurezza e solidità. Ne usciremo, ma ci vuole carattere. La settimana con le Nazionali non è stata l’ideale, ma non è una scusante». Vigilia complicata, quella di Sinisa Mihajlovic. Anche perché, oltre ai risultati che mancano, vanno registrate pure le bacchettate di Silvio Berlusconi, evidentemente ancora scottato dalla scoppola patita col Napoli. «Non c’è un modulo che ti fa vincere le partite, ti può aiutare o meno, in queste settimane ho letto tante cose: io ci parlo col presidente e con Galliani, ma le scelte finali tattiche e tecniche le prendo solo io. Noi abbiamo bisogno di sicurezza, compattezza e di più protezione ma, con le Nazionali, non abbiamo potuto lavorare bene. Sappiamo che è una sfida importante ma non voglio caricare ulteriormente i miei giocatori. Noi siamo partiti con il 4-3-1-2 perché è nel dna del Milan e i giocatori in campo erano tutti al posto giusto, evidentemente ci sono problematiche che prescindono dal sistema di gioco». L’argomento poi va sul Torino: «Per vincere, noi dobbiamo giocare da Milan. Il Torino fa buon calcio grazie a Ventura che è uno dei più bravi maestri di calcio e allenatori che ci sono in Italia. In più ha la fortuna di essere lì da un po’ di anni e i risultati si vedono. Se fai l’allenatore del Milan non puoi invidiare nessuno al mondo, io so che è diverso lavorare in una grande dove hai meno tempo e non puoi lavorare a lungo senza i risultati. Io però non mollo mai, vado avanti per la mia strada sereno e so che ne uscirò. Chi dice o sostiene il contrario, non mi conosce. Una cosa è sicura, ovvero che io faccio sempre di testa mia. I cinque gol presi con la Samp a Torino? Io le sconfitte le dimentico subito, non ricordo neanche il risultato, quanto è finita? Questa è un’altra partita altra storia, l’anno prima abbiamo vinto con un Toro ancor più forte. E noi dobbiamo soltanto pensare a fare il Milan. Se in Italia non c’è la cultura della sconfitta? Questo fa parte della mentalità e del carattere degli italiani, Mancini ha avuto la fortuna di allenare in Inghilterra, ma a me questa pressione piace, anche certe esagerazioni mi piacciono. Quando un allenatore firma un contratto, firma anche un pacchetto. Non è che si guarda come un allenatore lavora, ma si guardano i risultati: se li fai sei il migliore di tutti, altrimenti sei una mezza sega. Il nostro lavoro è il più bello del mondo, peccato che alla domenica ci siano le partite. I miei primi quattro mesi al Milan? Stimolanti. Se penso ancora che il Milan sia un cavallo vincente? Lo vedremo a fine corsa: ci sono due tipi di cavalli vincenti, quello che parte dietro e poi arriva prima e chi parte primo e arriva primo. Io non penso che a questo Milan manchi la voglia, poi uno può avere un carattere più o meno tosto, ma il carattere fa parte di una persona, non si può trasmettere: sicuramente pensavo di poter risolvere questi problemi prima, ci vorrà più tempo ma alla fine ci riuscirò. Noi siamo la quarta squadra che subisce meno occasioni in Italia». Chiusura su Balotelli: «Ha questa pubalgia, sta migliorando e sta curando questa situazione. Lunedì dovrebbe tornare in squadra».

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