<span style="line-height: 18.9091px;">L’Europa resta lontana, il Milan non trova pace</span>

E comincia a preoccupare lo scollamento tra Mihajlovic e squadra

MILANO - C’è poco da sorridere, anche all’indomani del pareggio di Torino. Il Milan non ha svoltato (ma c’era qualcuno che davvero pensava che una semplice cena con un paio di input presidenziali avrebbe potuto creare una rivoluzione copernicana in seno alla squadra?) ma soprattutto Mihajlovic, malgrado il punticino, ha di fatto aggravato la sua posizione. L’Europa resta lontana e nella sua squadra non c’è pace. Vediamo perchè.

RIMONTA - Per la prima volta in campionato, il Milan si è fatto rimontare. E quindi, ormai, nemmeno andare in vantaggio preserva la squadra da possibili beffe. Questa è un’aggravante, perché significa che la personalità non manca solo quando il gruppo è in difficoltà, ma pure quando la strada sembra ormai in discesa. Sono bastati nove minuti al Toro per pareggiare e per poi prendere in mano la partita. E il repentino cambio di indirizzo del match non è sfuggito a Berlusconi, che ne ha ovviamente preso atto in maniera negativa. 

FOTO - MILAN, LA PROTESTA DEI TIFOSI CONTRO LA SOCIETA'

I RAPPORTI - Se il presidente è sempre più critico, si acuisce anche la crisi di rapporti con alcuni giocatori. Mihajlovic ha un carattere molto forte: non ci sono mezze misure, quando deve dire qualcosa ai suoi giocatori. Era successo a Diego Lopez, in quel di Marassi, e si è ripetuto sabato sera a Torino, stavolta con Alex. Il brasiliano è andato a calciare una punizione che il tecnico avrebbe voluto fosse appannaggio di Cerci o di Bonaventura, con una soluzione a giro, piuttosto che di potenza. Episodio che ha creato non il solo il “cazziatone” ad Alex, ma pure a Cerci, colpevole di non essersi opposto con sufficiente veemenza alla prepotenza del compagno. 

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO SU TUTTOSPORT IN EDICOLA

VIDEO - MIHAJLOVIC: BERLUSCONI? DECIDO IO

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...