MILANO - Deprimente nel primo tempo, gagliardo nel secondo. Dietro la metamorfosi del Milan contro il Chievo c'è anche un'iniziativa di Sinisa Mihajlovic piuttosto insolita. «Nell'intervallo alla squadra ho raccontato una barzelletta che mi aveva detto il presidente nei giorni scorsi», ha rivelato l'allenatore serbo, a cui evidentemente era rimasta impressa una storiella declamata da Silvio Berlusconi sulle posizioni scomode in cui talvolta si è costretti dalla vita. Che sia o meno merito della barzelletta, per la prima volta Mihajlovic è riuscito a ottenere dai suoi giocatori una reazione evidente di fronte a una situazione di difficoltà, come non era successo ad esempio contro Fiorentina, Inter, Genoa e Napoli. Una novità significativa, così come gli zero gol subiti per la prima volta, ma non possono bastare a sciogliere la prognosi del Milan, anche perché l'avversario era piuttosto innocuo. L'impressione è che molti giocatori tendano a perdere la bussola dopo il primo errore (ieri è capitato a De Sciglio), ed è grave buttare via un tempo come il primo contro il Chievo in cui «non abbiamo fatto nulla in fase offensiva», ha ammesso lo stesso allenatore. «Il peggio non è mai passato - ha aggiunto - ma i 7 punti nelle ultime tre partita sono importanti per risistemare la classifica e ritrovare la fiducia persa». Subito dietro l'angolo c'è un esame delicato, la trasferta contro la Lazio. Mihajlovic deve fare a meno di Abate (l'infortunio alla coscia sarà valutato nei prossimi giorni) e decidere se rilanciare Diego Lopez o puntare per la terza volta di fila su Donnarumma, bravo in un paio di circostanze ma protagonista nel finale di un'uscita incerta, al di là del fallo subito. Da marzo 2014 (Seedorf in panchina) i rossoneri non vincono tre partite di fila in campionato: è anche l'occasione per cancellare qualche dubbio e dare solidità alla panchina.