Milan, squadra senza carattere

Contro la Juve passo indietro dei rossoneri. Berlusconi s’infuria ma si tiene Mihajlovic

MILANO - Un'occasione persa. L'ennesima. A Torino il Milan ha fallito una volta di più il salto di qualità, come successo prima della sosta, a San Siro contro l'Atalanta, quando 3 punti avrebbero chiuso un mini ciclo di ottobre eccellente. Invece con i bergamaschi non è arrivato il successo e con la Juventus i rossoneri hanno fatto più di un passo indietro rispetto alla vittoria di Roma contro la Lazio. Il Milan rimane "piccolo", non riesce a vincere uno scontro diretto con chi lo precede - ha vinto solo col Sassuolo, poi ha raccolto 0 punti con Inter, Napoli, Fiorentina e Juventus - e mostra limiti che periodicamente saltano fuori. E' un Milan purtroppo non molto diverso dall'ultimo di Allegri, da quello di Seedorf (per lo meno positivo in quanto a punti raccolti in 19 giornate) e da quello di Inzaghi. La faraonica campagna acquisti da 90 milioni non è riuscita a cambiare volto a un gruppo che fatica a ritrovare fiducia. E' come se ormai ci si fosse abituati a perdere e a navigare a metà classifica.

ATTEGGIAMENTO E TATTICA - Sinisa Mihajlovic, come detto più volte dalla società, non è a rischio, ma il ko non è piaciuto a Berlusconi, più furente che amareggiato, che ieri sera, intercettato da Premium, è rimasto in silenzio: «Quando si vince si parla, quando si perde si sta zitti». Non tanto perché una sconfitta a Torino può anche starci, quanto perché il Milan non ha giocato. Ha cercato fin dall'inizio di contenere la Juventus e sperare in qualche ripartenza. Perché se da una parte il tecnico ha schierato un undici sulla carta offensivo (Bonaventura a centrocampo, tridente puro), dall'altro l'atteggiamento di chi è sceso in campo è stato totalmente remissivo. E così Buffon ha passato una serata di fatto tranquilla. Un non gioco del genere, di fatto, annulla anche Bacca: il colombiano ha dimostrato di essere letale, ma è un giocatore che necessita di essere servito, di essere accompagnato da un gioco arioso e offensivo (nel Siviglia era il terminale di un 4-2-3-1 d'attacco). Questo nel Milan di oggi manca: non c'è una vera manovra, spesso i centrocampisti cercano l'appoggio laterale più che la verticalizzazione, non si vedono i movimenti e gli inserimenti che avevano caratterizzato la Sampdoria di Mihajlovic: si spera che l'attaccante esterno salti l'uomo e poi quello che accade, accade. E' vero che sabato sera Mihajlovic ha dovuto fare a meno di Bertolacci e De Jong, ma probabilmente il 4-3-3 che ha portato alcuni risultati importanti a ottobre, necessita di un nuovo accorgimento, quel passaggio al 4-4-2 spesso invocato, con Luiz Adriano riportato stabilmente al fianco di Bacca (la coppia in estate aveva dato ottimi segnali). Il Milan visto contro la Juventus, nonostante un sistema di gioco e uomini differenti, non è stato così diverso da quello che perse alla prima giornata con la Fiorentina con il 4-3-1-2.

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