Milan, Romagnoli: «Bonucci e Chiellini mi hanno insegnato molto»

Il difensore ha preso la fascia lasciata dal difensore della Juventus: «Mi sono assunto le mie responsabilità, non potevo rifiutare»
Milan, Romagnoli: «Bonucci e Chiellini mi hanno insegnato molto»© Marco Canoniero

TORINO - «L'investitura di capitano? Me l'hanno detto quando Bonucci è andato via. Pochi giorni dopo viene il mister e mi dice: te la senti? La risposta è stata ovvia. Ma le responsabilità sono solo a livello mediatico, mentre a livello di gruppo e in campo fai quello che hai sempre fatto. La fascia non si può rifiutare. Si deve accettare con gioia, non con paura», così Alessio Romagnoli che da quest'estate è il nuovo capitano del Milan, a soli 23 anni. Il difensore rossonero ha raccontato la sua nuova responsabilità e la sua nuova stagione a Milano in un'intervista esclusiva nel nuovo numero di "Undici", in edicola a partire dal 18 dicembre. Essere capitano del Milan all'inizio di quello che sembra un nuovo ciclo, poi, è qualcosa di più: «Il Milan è sempre il Milan, è sempre un'emozione, sempre un onore».

I MAESTRI -  «Mihajlovic è quello che mi ha insegnato più di tutti. Tra i compagni invece Bonucci e Chiellini, ma penso che ti insegnino di più gli allenatori che i compagni». Dopo gli inizi da centrocampista, Romagnoli è oggi uno dei difensori più di spessore del calcio italiano: «Penso che la scuola italiana sia ancora la migliore del mondo. Quelli passati lo sono stati, quelli presenti lo sono, con Chiellini, Barzagli, e Leo, e spero lo saremo anche noi futuri». Il lavoro di difensore, spiega, non è così semplice: «Per fare il difensore bisogna essere più maturi che per fare gli attaccanti, perché devi pensare prima di loro, li devi capire. Quando attacchi puoi permetterti di sbagliare, di essere più spensierato. Quando difendi devi essere concentrato, capire in anticipo quello che vogliono fare gli attaccanti, anzi ancora prima, dove potrebbe arrivare la palla. È un lavoro soprattutto di testa. L'atteggiamento del difensore è molto attivo. Devi cercare di metterti in una posizione che a lui, l'attaccante, sembra favorevole, ma che invece è favorevole per te. Il più delle volte siamo noi a indirizzare l'attaccante su dove andare, non viceversa».

ROMAGNOLI OGGI - «Io sono uno a cui piace molto giocare la palla e non si fa spaventare: È normale correre dei rischi. Mi piace l'educazione e il modo di porsi delle persone milanesi, sono molto discrete, a Milano puoi andare in giro senza che ti chiedano chissà quante foto. Si sa che la gente del nord è diversa da noi e io la vedo come una cosa positiva. Quando vado in giro mi piace essere soltanto un un ragazzo di 23 anni che va in giro».

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