Milan, Gattuso: «Bakayoko? Anche io mandavo a quel paese gli allenatori»

Così il tecnico dopo il 2-1 al Bologna: «Sono punti importanti perché ora siamo a -3 dalla Champions e mancano tre partite»
Milan, Gattuso: «Bakayoko? Anche io mandavo a quel paese gli allenatori»© Getty Images

MILANO - Seppur con qualche affanno, il successo del Milan sul Bologna ricandida le quotazioni dei rossoneri in chiave Champions League, con l'Atalanta momentaneamente quarta distante "solo" tre punti, a tre giornate dal termine del campionato. Nel post-gara, il tecnico Gennaro Gattuso commenta il 2-1 di San Siro ai microfoni di Sky: «Sono punti importanti perché ora siamo a 3 punti dalla Champions e mancano tre partite. Venivamo da un momento non facile e sapevamo che oggi c’era da soffrire. Ho preso una decisione dura con il ritiro, ed ho preteso da loro la stessa rabbia che mi hanno dimostrato in questi giorni, così è stato. Siamo stati scolastici, ma chi ha giocato a calcio sa che a volte è meglio non strafare. Siamo contenti».

BAKAYOKO - Il centrocampista ha rifiutato l'ingresso in campo: «Gli ho chiesto di scaldarsi e ci ha messo un po’ troppo, allora ho preferito Mauri. Bisogna essere obiettivi ed onesti, quando ho visto che non si era messo i parastinchi l’ho lasciato in panchina. Nella mia carriera ho mandato a quel paese tanti allenatori. Ora conta solo fare bene e raggiungere l’obiettivo. A me possono dire di tutto, l’importante è non mancare di rispetto allo spogliatoio. In questo momento dobbiamo pensare solo alla nostra priorità, poi a fine anno daremo i voti come a scuola. Ora conta solo il campo. Possono anche mandarmi a quel paese, poi dopo quando siamo chiusi in una stanzina e ci vediamo negli occhi si vedrà».

PAQUETA', PUBBLICO e CARATTERE: «Mi infastidisce ma è un errore di gioventù, ci sta. Dobbiamo migliorare anche in questo». Su Juventus-Atalanta: «Dobbiamo pensare a noi, alcuni hanno giocato poco, dobbiamo recuperare energie». Sul pubblico: «Mi aspettavo i fischi invece ci hanno sostenuto, applausi per loro. Dobbiamo parlare e ripartire da queste cose qua». Sul carattere: «A tratti abbiamo giocato un buon calcio, ci vuole passione e voglia, cosa che devono avere tutti. Se non hai questo meglio andare al parco con gli amici. Io avevo il fuoco dentro e sono migliorato, la squadra è cresciuta poi dopo il derby abbiamo parlato per due mesi delle cose negative. Serve tranquillità».

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