Leonardo è al bivio: un'annata difficile, Gazidis s'interroga

Il dirigente brasiliano è salito sul Milan "in corsa" e qualche errore è comprensibile ma troppo spesso è entrato in conflitto con altri rossoneri
Leonardo è al bivio: un'annata difficile, Gazidis s'interroga© Marco Canoniero

MILANO - A forza di concentrarsi sul futuro di Rino Gattuso, si rischia di sottovalutare le tematiche legate invece a quello di Leonardo. Certo, la permanenza o meno di un allenatore ha sempre più appeal, rispetto a un dirigente. Ma in questo caso siamo in presenza di una figura carismatica, oltre che di spessore: sulla quale il Milan di Elliott aveva deciso di fondare la ricostruzione. Il fatto che anche su di lui, oggettivamente, ci siano voci di possibile esonero, rendono ben esplicita la differenza che si è venuta a creare tra le speranze della società che puntava all’Europa che conta, e la realtà dei fatti, con la squadra ancora incerta della posizione finale.

IN CORSA - Leonardo è arrivato subito dopo il repentino e imprevisto cambio di proprietà: quando cioè Mirabelli e Fassone professavano ogni tipo di certezze, mentre invece il terreno si sbriciolava sotto ai loro piedi, a causa della totale inaffidabilità di Yonghong Li. Nel momento in cui il fondo si è impadronito del club, due sono state le mosse immediate: la nomina di Paolo Scaroni alla presidenza e quella di Leonardo come responsabile dell’area tecnica. Il giorno 25 luglio Leonardo ha fatto ufficialmente il suo rientro in quel club nel quale aveva già militato da giocatore, prima, da dirigente dopo e da allenatore ancora successivamente. Il mercato era già iniziato, Mirabelli aveva già operato: e allora, nell’analizzare il suo lavoro iniziale, non si può non considerare questo aspetto. Oggettivamente, il mercato estivo di Leonardo è stato tutt’altro che trascendentale: arrivato “in corsa”, pesano, nella valutazione del suo lavoro, soprattutto gli acquisti di Castillejo e Laxalt, entrambi arrivati per la non modica cifra di 18 milioni di euro. Malgrado tutto, grazie all’ottimo lavoro di Gattuso in panchina, il Milan ha comunque disputato un ottimo girone d’andata, chiudendo in quarta posizione, l’ultima buona per accedere alla Champions League.

I SUOI COLPI - In una squadra, dunque, che viaggiava anche da sola, Leonardo ha inserito i due veri, autentici giocatori in grado di fare la differenza: Krzysztof Piatek e Lucas Paquetà. E loro, in avvio, effettivamente la differenza l’hanno fatta, tanto da proiettare ulteriormente in alto il Milan,prima del rollo che ha portato alla situazione attuale. Tutta da definire, nella quale, più che le scelte di mercato, c’entrano le difficoltà di Gattuso a tenere unito il gruppo.

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