Questo Milan per adesso è solo Ibrahimovic

Il derby ha evidenziato la dipendenza dei rossoneri. Lo svedese esalta il gruppo ma non può restare da solo
Questo Milan per adesso è solo Ibrahimovic© canoniero

MILANO - Il derby è stato la cartina di tornasole di ciò che è il Milan oggi. Una squadra che ha, tra i giocatori di movimento, un solo leader massimo ovvero Zlatan Ibrahimovic. Lo svedese è il faro, è il condottiero, è l’uomo a cui fare affidamento in ogni situazione, ma questa dipendenza totale, dal punto di vista mentale, allo Zlatanismo nasconde anche l’altro lato della medaglia, quello meno nobile, quello che presenta dubbi, incertezze e difficoltà in ogni angolazione. I primi 45 minuti della partita di domenica sera contro l’Inter sono stati il manifesto più bello di ciò che è il Milan con un Ibrahimovic supportato dal resto della squadra. È un esercito che sa cosa fare, che ha fiducia nei suoi mezzi e che è anche in grado di segnare due gol alle truppe guidate da Antonio Conte. Ibrahimovic era l’uomo più temuto dalla retroguardia interista, ma in realtà è stato tutto l’impianto di gioco messo in campo da Stefano Pioli a mandare in tilt le distanze tra i reparti interisti, generando così una crisi tecnica nella quale il Milan ha affondato due volte il colpo. Ibra, nel primo atto della stracittadina, è stato il primo violino, capace anche di diventare un orchestrale d’accompagnamento quando ce n’è stato bisogno, come in occasione dell’assist per il gol di Rebic. Calhanoglu lo ha cercato spesso con le imbucate e lui ha messo alla frusta Skriniar e De Vrij, sfuggendo alla morsa di entrambi. E il Milan del primo tempo del derby, è una squadra che potrebbe davvero puntare in alto. La triste verità che il derby consegna al Milan è che le grandi partite, anche in vantaggio per 2-0, non sono mai finite e che i rossoneri non sono più artisti per certi palcoscenici, anche quando la strategia preparata è quella giusta. Ci sono troppi elementi inadeguati o che hanno raggiunto il loro massimale in carriera e sono sempre gli stessi che si squagliano quanto conta. Purtroppo non si possono clonare le cellule cerebrali di Ibrahimovic e installarle nelle calotte craniche degli altri compagni di squadra.

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