Gazidis e un Milan senza milanisti

La sfida dell'ad può cambiare la storia del club: mai nella stanza dei bottoni c'erano stati solo dirigenti senza legami stretti col calcio italiano
Gazidis e un Milan senza milanisti© Marco Canoniero/sync

MILANO - Un Milan di ampio respiro internazionale, probabilmente demilanizzato nelle posizioni che contano. È questa la visione che ha Ivan Gazidis per quello che, dalla prossima estate, sarà il suo progetto globale che riguarda tutte le sfere della società. Una rivoluzione completa, che inizierà con l’allontanamento di Zvonimir Boban (che dovrebbe avvenire nel corso delle prossime ore) e che potrebbe completarsi a fine campionato, quando Paolo Maldini dovrà scegliere se rimanere o meno in società, ammesso e non concesso che non decida di rimettere il suo mandato da direttore dell’area tecnica in maniera anticipata, uscendo di scena insieme all’amico Boban. Ma probabilmente il divorzio, che porrebbe così fine alla sua seconda vita da milanista, potrebbe arrivare a campionato concluso, per un senso di responsabilità e di protezione nei confronti di Stefano Pioli e della squadra (ieri lui e Massara erano presenti a Milanello ad assistere all’allenamento). Elliott, da quanto filtra, non lo sta mettendo alla porta, ma viene difficile pensare che Paolo possa accettare di essere uno degli elementi del nuovo team di lavoro voluto da Gazidis e che vede nel plenipotenziario Ralf Rangnick il centro di questo nuovo ed ennesimo progetto di rinascita milanista.



Gazidis ha un compito arduo davanti a sé a 360 gradi. Il primo luogo, l’amministratore delegato milanista dovrà recuperare credibilità verso la maggioranza dei tifosi rossoneri, che sui social hanno portato l’hashtag #GazidisOut in tendenza nei giorni addietro. Ma quella più impellente è quella legata all’aumento dei ricavi. Con una squadra poco competitiva e fuori dalla Champions League, è dura reclutare nuovi sponsor che portino ricchi assegni nelle casse rossonere, ma Gazidis era arrivato a Milano con la nomea di essere una sorta di mago in questo campo. Ad oggi c’è una difficoltà oggettiva e i due nuovi marchi che sono entrati di recente, ovvero Skrill (major partner) e Roinvesting (partner) sono solo l’inizio di un cammino che dovrà essere ben più proficuo e ricco. Il Milan è una società che costa circa 10 milioni al mese alla sua proprietà, ed è anche per questo motivo che in estate verrà servito un ulteriore taglio dei costi del personale, con il monte salariale per i calciatori che oscillerà tra i 2 e i 2,5 milioni.

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