MILANO - Paolo Maldini e il Milan, un nuovo, lungo, addio? Casa Milan in questi giorni è chiusa e dunque l’atteso rendez vous fra Ivan Gazidis e Maldini sul destino dell’ex capitano non andrà in scena in tempi brevi. Venerdì Boban ha ricevuto la lettera di licenziamento per giusta causa, sabato è arrivato il comunicato del suo allentamento dal club. La separazione dal croato è stata dura per tutti, un colpo soprattutto per Maldini che a Zvone aveva pensato quando Elliott gli aveva affidato il ruolo di capo dell’area tecnica al posto di Leonardo. Ora Maldini è solo - al suo fianco ci sono ancora il ds Massara, Pioli e Angelo Carbone, responsabile del settore giovanile, nonché amico personale da anni -; l’etichetta dice che è ancora il “capo” del settore sportivo del Milan, ma i fatti raccontano altro. Gazidis si è avvicinato alla squadra e ha scelto anche colui che guiderà la nuova ed ennesima rivoluzione rossonera, Ralf Rangnick. Sul tedesco piovono smentite o non conferme da ogni dove (Gazidis, Scaroni, Elliott, Rangnick stesso), se saranno vere o di facciata lo si scoprirà presto.
Senso di responsabilità
Tutto porta a pensare che Maldini lascerà il Milan. Questa era già la sensazione forte di qualche settimana fa, prima che si scatenasse la bufera. Maldini veniva infatti descritto da persone a lui vicine stanco per questi mesi di continui contrasti con l’anima inglese del club. Adesso lo tsunami Boban e il golpe Gazidis-Rangnick. Maldini ha definito il tedesco un profilo non da Milan, come potrebbe rimanere se fosse davvero lui il prossimo allenatore? Maldini dovrebbe rimanere fino al termine della stagione per un senso di responsabilità, sempre che dal vertice con Gazidis - quando si potranno vedere - non arrivino indicazioni differenti.
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