© Marco Canoniero/sync
MILANO - In questi giorni tiene banco la questione del taglio degli ingaggi dei calciatori di Serie A, in seguito allo stop di tutte le competizioni. Ha provveduto la Juventus con un accordo ufficiale. E hanno dato la disponibilità i calciatori dell’Inter. Tra i grandi club della massima divisione, il Milan è uno di quelli che non ha ancora fatto passi ufficiali. Ma l'analisi del monte ingaggi rossonero permette di accorgersi che il club ha già intrapreso una consistente riduzione durante il mercato di gennaio. È un intervento che è passato sotto traccia perché la sessione di riparazione dei rossoneri è stata caratterizzata dal ritorno di Ibrahimovic. Questa operazione ha conquistato la scena.
Ma, nonostante l’arrivo dello svedese, il totale degli stipendi pagati dal Milan ai suoi calciatori è calato in maniera davvero significativa. Il totale del costo del lavoro è calato di 16,2 milioni per effetto delle operazioni del mercato invernale: da circa 96 milioni agli attuali 79,8. Si tratta di una sforbiciata davvero notevole, in particolare se si pensa che è stata effettuata nel giro di poche settimane. In termini percentuali vale circa il 17% in meno. Sono usciti alcuni dei calciatori dallo stipendio più elevato della rosa. In particolare un blocco di tre acquisti dell’estate 2017, quella della sciagurata campagna acquisti condotta all’insegna della necessità di spargere entusiasmo per coprire il mistero Yonghonhg Li: Reina, Borini e Ricardo Rodriguez. Ha lasciato Milanello anche Suso che condivideva con il connazionale Reina uno stipendio da 5,3 milioni lordi. Era piuttosto pesante anche l’ingaggio di Caldara. In totale, grazie all’uscita di sei calciatori, il Milan ha abbattuto le uscite per pagare i calciatori di 25,7 milioni. Decisamente più leggere le entrate, guidate dallo stipendio di Ibrahimovic. Molto meno pesanti gli ingaggi di Kjaer, Saelemaekers e Begovic. In mezzo quello di Laxalt. Ma complessivamente si resta su un incremento di costi inferiore a 10 milioni.
Loading...