San Siro, attacco alla storia

San Siro, attacco alla storia© /Agenzia Aldo Liverani S.a.s.

Adesso, la speranza è che quando il Consiglio comunale di Milano si pronuncerà sul destino di San Siro spazzi via questo autentico oltraggio a un tempio del calcio mondiale. Giù le mani dalla storia. Chissà se gli illustrissimi e colendissimi signori della commissione regionale per il patrimonio culturale della Lombardia e il di loro ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini, conoscono la storia dello stadio Giuseppe Meazza. Essa s’intreccia al calcio, al costume e alla cultura, sì alla cultura del nostro Paese. Per questo, è ributtante negare che lo stadio simbolo di Milano sia protetto da un interesse storico tale da renderlo meritevole di essere tutelato come un monumento e non abbia importanza culturale. Ha affermato Beppe Sala, sindaco di Milano, prima del pronunciamento “culturale”: «A me il progetto adesso piace di più, ancora non siamo arrivati a una sintesi, perché il tema di discussione sono i diritti volumetrici. È chiaro che le squadre non fanno lo stadio solo per la struttura in sé, altrimenti non rientrerebbero dall’investimento, ma vogliono fare altro. C’è una discussione aperta». Dove per «altro» si devono intendere i diritti volumetrici, le cubature e tutto quanto si punti a costruire di extracalcistico nei progetti che prefigurano il nuovo stadio dei sogni bramato da Inter e Milan. I due club hanno tutti i diritti di costruirsi una nuova casa, peccato la vogliano edificare al posto dell’attuale, picconando un impianto che il 19 settembre compirà 94 anni; che a suo tempo il Times giudicò il secondo più bello del mondo; che secondo la Camera di Commercio e l’università Statale è uno dei simboli della metropoli lombarda conosciuti in tutto il mondo. Quando poi nell’orrendo linguaggio architettonico-burocratese sentiamo parlare di una non ancora definita «rifunzionalizzazione» del Meazza, il moto di repulsione è istintivo. «La storia è una galleria di quadri dove ci sono pochi originali e molte copie», ha scritto Alexis de Tocqueville, filosofo, politico, storico. San Siro sarà sempre l’originale e avrà sempre un valore storico e culturale. La copia, mai.

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