Milan, le strategie di Rangnick

Tra i difensori l'allenatore reputa indispensabile solo Romagnoli
Milan, le strategie di Rangnick© Daniele Buffa/Image Sport

MILANO - In attesa che la situazione post-Covid si normalizzi ulteriormente e che i viaggi tra un paese e l’altro diventino meno difficoltosi (quando finalmente Ralf Rangnick potrà così volare a Londra per un summit con la famiglia Singer), l’allenatore designato del futuro Milan non sta certamente con le mani in mano. E continua ad abbozzare ipotesi di acquisti, che poi dovranno essere verificati con la società per capire se ci sarà a disposizione il budget richiesto.

L’analisi

Da tempo, quindi, Rangnick sta lavorando per arrivare a una valutazione obiettiva dell’organico rossonero, che possa immediatamente dopo portare a individuare ciò di cui la squadra necessita. Come in tutte le costruzioni che si rispettano, il tedesco è partito dalle fondamenta, ovvero dalla difesa. Nessun dubbio su Gigio Donnarumma, che però sappiamo essere in scadenza di contratto e quindi un’eventuale cessione non sarebbe certo “tecnica”, né avvalorata da Rangnick, ma semplicemente necessaria per non perderlo a parametro zero, e nemmeno su Theo Hernandez, l’acquisto più azzeccato dell’ultima estate. Sulla fascia destra, invece, è ancora in corso una valutazione generale, mentre è sui centrali difensivi che Rangnick si è già fatto le idee chiare, anzi chiarissime. Partendo da un presupposto: che a suo giudizio, l’unico degno di vestire la maglia del Milan sarebbe Romagnoli. Questo non significa che tutti gli altri saranno buttati a mare: uno, tra Kjaer, Musacchio, Duarte e Gabbia potrebbe restare, ma non come prima scelta. E il danese, riscattabile a poco, sembrerebbe essere l’indiziato principale a rimanere. Ma per il Milan sono in arrivo almeno altri due centrali.

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