Elliott, giù la maschera: tutti i nodi del Milan da Rangnick a Ibrahimovic

Dopo l'addio alla Coppa Italia resta solo la rincorsa all'Europa League. Ma è già il tempo delle scelte: attenzione a Raiola, che condivide il pensiero di Zlatan sul club e gestisce Donnarumma
Elliott, giù la maschera: tutti i nodi del Milan da Rangnick a Ibrahimovic© LAPRESSE

MILANO - Venerdì sera a Torino contro la Juventus, per dirla alla Paolo Maldini, si è deciso chi è andato in finale di Coppa Italia, non il destino del Milan. La Coppa Italia, in fondo, non era un bivio chiave per il futuro del club: quello, volendo è già stato superato nei mesi scorsi, quando l’ad Ivan Gazidis, seguendo le indicazioni della proprietà, ha deciso di prendere in mano l’area tecnica, scavalcare Maldini e Boban (poi fatto fuori) e contattare Ralf Rangnick, il manager tedesco a cui Gordon Singer ha deciso di affidare la ripartenza, l’ennesima, del Milan. Il bivio era quello. La qualificazione all’Europa League è dunque l’ultimo obiettivo rimasto al Milan, mentre il fondo Elliott, da qui ad agosto, dovrà inevitabilmente affrontare i nodi ancora scoperti in vista dell’immediato domani: la conferma dell’arrivo di Rangnick, la posizione di Maldini (e Massara), il futuro di Ibra e il rinnovo di Donnarumma.



Ad analizzare i punti, Rangnick sembra essere il problema minore. L'accordo con il tedesco c'è da tempo, andrà solo ratificato dal vivo a Londra. Finora le parti hanno continuato a dialogare al telefono o in conference call e anche gli ultimi indizi - la promozione di Oliver Mintzlaff a capo dell'area sport della Red Bull (il ruolo che aveva Rangnick fino a qualche settimana fa) e le parole di Gazidis alla squadra mercoledì scorso - fanno intendere che alla fine il matrimonio si farà. Per quanto concerne Ibra, invece, i residui dubbi sulla sua permanenza o meno a Milano sono stati spazzati via dalla discussione avuta con Gazidis a Milanello a metà della scorsa settimana: il Milan finora non gli ha proposto il rinnovo e sarebbe davvero sorprendente se, anche in caso di offerta, Ibra l'accettasse. Lo svedese, oggi infortunato, farà di tutto per tornare il primo possibile e dare il suo contributo alla squadra, ma poi dirà addio. Chi invece Elliott non vorrebbe perdere è Donnarumma che anche a Torino ha dimostrato tutto il suo valore. Il portiere ha un solo anno di contratto e sarà fondamentale rinnovarlo, anche di soli dodici mesi per rinviare il problema di una stagione. Non sarà semplice, anche perché l'agente di Donnarumma è Raiola, lo stesso di Ibra, e si quale sia il pensiero del procuratore sul progetto di Elliott.

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