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MILANO - A prescindere da come andrà a finire la sua vicenda, Hakan Calhanoglu ha scavato un bel fossato tra se stesso e il Milan, inteso a 360 gradi. Quindi non solo come dirigenti e società, ma proprio come tutto l’ambiente. Certo, anche Gazidis e Maldini hanno le loro responsabilità, per aver sottovalutato il problema. Non si può, con il contratto in scadenza a giugno 2021, cominciare la stagione precedente senza aver deciso nulla: se fin da allora non c’erano le basi per trattare, allora bisognava avere il coraggio di mettere il turco subito sul mercato. Come minimo, si sarebbe raggranellata una cifra non particolarmente lontana dai 20 milioni pagati a suo tempo per prelevare il giocatore dal Bayer Leverkusen.
Richiesta folle
Se l’entourage del turco ha deciso di chiedere 7 milioni di euro a stagione per rinnovare il contratto, è ovvio che avrà le spalle ben coperte da una società che, potendo non pagare il cartellino, è disposta a un notevole esborso economiche. Si parla della Juventus, in questo momento, ma anche di squadre spagnole e inglesi che, come è noto, pagano mediamente più delle italiane. Di sicuro, il Milan non farà altro che stare alla finestra e l’unico alternativa sulla quale sta meditando è se cercare di venderlo a gennaio, magari provando a intascare pochi euro, o se invece aspettare comunque giugno, visto che il giocatore, pur sull’Aventino, comunque ricopre un ruolo di una certa utilità nei meccanismi del Milan. Il problema, però, è che la sua situazione si inserisce in un ambiente che invece era rilassato e idilliaco, alla luce degli ottimi risultati. Non servivano, insomma, polemiche, a turbare la serenità ritrovata. Se la dirigenza è stizzita, i compagni e il tecnico avrebbero preferito un approccio più soft. Ma quelli che veramente sono furibondi sono i tifosi, che non hanno rinunciato, soprattutto sui social, a riempire di insulti Calhanoglu e il suo entourage.
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