Ibrahimovic: “La testa c’è, il fisico non sempre. Non sono Superman”

L’attaccante è ancora in dubbio per Juve-Milan di domenica: “Vado avanti un giorno per volta, ho un piccolo problema al tendine. Non voglio rischiare”
Ibrahimovic: “La testa c’è, il fisico non sempre. Non sono Superman”© www.imagephotoagency.it

Ancora alle prese con un’infiammazione al tendine d’Achille, ma con tantissima voglia di essere presente al big match di domenica sera, quando l’Allianz sarà il teatro di Juve-Milan. "Vado avanti un giorno per volta, ho un piccolo problema al tendine - ha dichiarato Zlatan Ibrahimovic nel corso della presentazione dei risultati di "Mind the gum", l'integratore sotto forma di chewing gum di cui è testimonial e socio - Non voglio rischiare, non voglio saltare tante partite come l'anno scorso quando ho fatto dentro e fuori dal campo. Non voglio sbagliare, ascolto il mio fisico senza pensare di essere Superman. Il mio problema è che lavoro troppo, perché mi piace soffrire”.

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Ibra: "La testa c'è, il fisico non sempre"

"Con l'esperienza e gli anni passati a giocare ho capito che la testa è molto importante. La testa c'è, il fisico non mi segue sempre. Quando la testa è più forte del fisico non sempre vanno d'accordo, ma ci proviamo", ha aggiunto l'attaccante rossonero che è tornato sulla sconfitta incassata ieri dai suoi compagni ad Anfield. "Il segreto è capire cosa fare per arrivare al top e restarci. Ora dobbiamo sacrificarci per farlo, la qualità c'è. Ieri era la prima volta in Champions per tanti compagni, ora hanno capito cosa devono fare. Non dico che siamo arrivati secondi grazie a me, ma i miei compagni hanno capito cosa serve per arrivare dove siamo arrivati l'anno scorso. Manca qualcosa per arrivare primi e la squadra lo sa, lavorano ogni giorno per migliorare, hanno fame, anche i nuovi hanno capito la mentalità della squadra". Con la Lazio Kessie ha fallito un calcio di rigore e Ibra ha commentato così: "Chiederò di batterli io”. Infine una battuta sulla Superlega: "Cosa ne penso? La prima domanda doveva essere fatta a noi calciatori, quindi chi l'ha inventata ha già sbagliato a non chiederci un parere, siamo noi giocatori che dobbiamo scendere in campo”.

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