Giroud rivela: "Il Milan mi ha voluto più dell'Inter e nel derby..."

L'attaccante francese ha parlato durante la presentazione del suo libro raccontando restroscena sull'approdo in rossonero e sulla conquista del tricolore: ecco cosa ha detto

MILANO - E' un Olivier Giroud a tutto Milan quello che si è raccontato in occasione della presentazione del suo libro: 'Crederci, sempre. Perché ho fiducia nella vita, in Dio, in me stesso e nel destino'. L'attaccante francese ha prima parlato di come è nata l'idea della stesura di questo libro: "Volevo scriverlo. Lo scrittore di un libro su Deschamps mi ha contattato perché voleva raccontarr ls mia vita e abbiamo fatto un grande lavoro insieme". Molto intimo Giroud che ha parlato della sua fede, della sua famiglia e di suo fratello: "Era lui quello bravo, ha giocato con Henry, Anelka e Trezeguet quando era piccolo". Poi è arrivato il momento di parlare del suo rapporto con i colori rossoneri e sono tante le storie raccontate dal numero 9.

Giroud: "Il Milan mi ha voluto più dell'Inter"

Il francese parte dal suo approdo al Milan e racconta del derby di mercato con l'Inter: "Al Chelsea ero il terzo attaccante, c'erano Abraham e anche Batsuahyi davanti a me. Parlai con Lampard per trovare una soluzione, ma lui non voleva mandarmi via. Poi segnai 8 gol nelle ultime 10 partite. L'Inter era molto interessata a me, ma ad un certo punto mi hanno detto che non c'erano più soldi per me. Mi voleva anche la Lazio. Potevo andare al Tottenham, ma avevo giocato nell'Arsenal. Era destino che fossi rossonero e non nerazzurro". A quel punto il blitz della dirigenza rossonera: "Ero a Nizza con la Nazionale. Il mio manager mi ha detto che era meglio parlare Facetime con Maldini: per me era una cosa speciale, è una leggenda del Milan. Mi piace il rapporto con lui e Massara. Ho parlato con loro senza problemi e per me era un segnale di dover andare al Milan". A conclusione del cerchio il derby del 5 febbraio con la doppietta che ha ribaltato i nerazzurri nel match cardine per la volata Scudetto: "Emozione pazzesca, con la Curva Sud davanti a me. Sono stati due gol pesanti. Se l'Inter avesse vinto il derby sarebbe stata quasi irraggiungibile. Ho spinto De Vrij prima di fare quella corsa e sul passaggio di Calabria si è trovato in ritardo. Tutti i tifosi mi hanno parlato del gol per 4-5-6 mesi. Succede solo a chi ci crede. Sono molto orgoglioso e spero di vivere ancora questo tipo di emozioni".

Giroud: "Ibrahimovic? La concorrenza è un tiramisù"

"La concorrenza è un tiramisù, è il mio dolce preferito". Alla domanda sulla rivalità con Ibrahimovic, Giroud scherza così e aggiunge: "Non conoscevo tanto lo stile di Pioli, ma ho capito subito che è una brava persona, sincera, che sa come parlare ai giocatori. Ibra è una leggenda del Milan; non gli ho detto subito che fossi un suo tifoso. I miei amici mi hanno regalato la sua maglia. Avevo un po' di apprensione nel chiedergliela. Lui ora mi prende in giro su questo. Sono molto felice del rapporto che abbiamo". Tanti gli attaccanti della storia rossonera che Giroud ha adorato: "Negli anni del grande Milan, tra il 90 e il 2000, ero un grande tifoso del Milan. Ho visto tanti video di Van Basten e di Papin, volevo segnare come loro. Sheva era per me la classe, l'esempio, il calciatore preferito: lui poteva fare gol in tutti i modi e mi piaceva la sua mentalità. Quando l'ho incontrato avevo le stelle negli occhi". E sulla maledizione del 9: "Non c'è tabù. Io sono cristiano, non sono superstizioso. Non è un numero che mi fa fare gol. E' un bel regalo essere come Pippo Inzaghi il numero 9 del Milan".

Giroud: "Scudetto? Che festa. Ora la seconda stella"

Ancora tanta la gioia per il tricolore, paragonato al trionfo in Russia con la nazionale francese: "Ho paragonato l'atmosfera di vincere lo Scudetto a quella del Mondiale. È normale. Non ho mai visto questo tipo di celebrazioni. La gente ha aspettato a lungo questo titolo; la gente piangeva per la strada e questo ti prende il cuore. Con la Francia andammo troppo velocemente, qui ci abbiamo messo 4 ore e mezza. I tifosi a Reggio Emilia sono tutti venuti sul campo: non me lo aspettavo, è stato pazzesco. In doccia canto 'I campioni dell'Italia siamo noi'. L'ho cantata tutta l'estate, l'ho insegnata ai miei figli. Un sabato festeggiavo con la famiglia, era il mio anniversario di matrimonio e il battesimo di mia figlia; c'era una band e abbiamo cantato 'Freed from desire' con gli amici: non so più il testo originale, ma solo Pioli is on fire". Ora è tempo di guardare al futuro: "Il più difficile nel calcio non è arrivare, ma restare dove sei. Abbiamo fatto una grande stagione e la nuova sarà una stagione ancora più difficile, perché Juve e Inter si stanno rinforzando. Ma mi piace questo tipo di sfida: sarà molto difficile, ma penso che abbiamo le qualità per vincere".

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