Origi cambia il Milan: Pioli ha deciso

Rodaggio finito, è il momento di mostrare le sue qualità. Giroud è stanco, Rebic non ha recuperato
Origi cambia il Milan: Pioli ha deciso© AC Milan via Getty Images

MILANO - Il rodaggio è finito. Divock Origi, domani sera contro la Sampdoria, verrà lanciato – salvo cambi di programma – come titolare nel 4-2-3-1 di Stefano Pioli. Una scelta quasi obbligata per l’allenatore milanista che dovrà far tirare il fiato a Olivier Giroud, apparso stanco contro il Salisburgo, e anche a seguito delle condizioni non perfette di Ante Rebic, rimasto fermo per quasi 10 giorni a seguito di un brutto colpo alla schiena che lo ha bloccato prima del Sassuolo (partita nella quale si è fatto male Alessandro Florenzi). I minuti incamerati nelle recenti partite hanno permesso a Origi di ritrovare ritmo a gara in corso, ma adesso c’è bisogno di lui dal primo minuto anche perché il suo acquisto è stato fatto proprio per questo motivo, ovvero avere due titolari che si possano alternare come riferimento offensivo del resto della squadra. L’ex Liverpool ha fatto vedere cose interessanti, specialmente nel cambio di passo e nella difesa del pallone, ma adesso serve anche altro ovvero trovare la via del gol, che ancora non è arrivato con la maglia del Milan. Ci è andato vicino, specialemente contro Atalanta e Salisburgo, ma a Pioli serve che anche lui inizi a trovare un feeling costante con il gol, anche perché Divock, dopo tanti anni da primo cambio offensivo al Liverpool, si trova davanti la possibilità di poter giocare con maggior continuità e di avere così più chance di andare in rete rispetto a quando era alle dipendenze di Klopp.

Come cambia il Milan

L’altro aspetto interessante sarà dal punto di vista tattico. Il Milan, con Origi, avrà si un centravanti capace di fare la boa, ma allo stesso tempo avrà anche un giocatore al quale piace svariare sul fronte offensivo per cercare spazi per sé stesso e per liberare i compagni. Perché nonostante la massa corporea, Origi è dotato di un’ottima velocità di punta e di rapidità nei movimenti che lo hanno portato a giocare anche come esterno offensivo nel 4-3-3 di Klopp. Insomma, una prima punta mobile che potrebbe portare il Milan a giocare come quando c’è stato Ante Rebic a fungere da attaccante centrale, con il croato spesso coinvolto nella manovra e bravo a togliere i punti di riferimento canonici ai difensori centrali avversari. Origi è voglioso, carico e motivato perché sa bene di dover dimostrare ancora tanto e vuole farlo anche per ringraziare la società che più di tutte lo ha fatto sentire importante in fase di trattativa (è arrivato a parametro zero). Anche nello spezzone di partita giocato contro il Salisburgo, Origi ha cercato di allargare le maglie della difesa austrica, provando a muoversi con una serie di corto-lungo per attaccare la profondità e liberare corridoi di corsa per Leao che gli agiva quasi alle spalle. Provare ad azzannare una Samp in difficoltà sarà la prima prova del nove per il belga, che vuole arrivare bene anche al Mondiale e, per farlo, dovrà giocare con costanza e trovare gol.

Feeling secondo tempo

Nel corso della sua carriera, Origi ha segnato 65 gol ufficiali in tutte le competizioni e c’è un dato molto interessante, dettato anche dal fatto che nel suo periodo al Liverpool non fosse un titolare fisso: ben 45 realizzazioni sono arrivate nei secondi tempi ovvero il 69,23% della sua produzione offensiva. Pioli si augura che Origi possa trovare gol utili per la causa rossonera, a prescindere dai dati e da quando sono stati fatti i gol nelle sue esperienze passate.

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