Milan: altro che scudetto, non funziona nulla o quasi. I motivi del flop

Quante note negative per Pioli, a cominciare dal disastro di Leao: così diventa impossibile raggiungere il Napoli

CREMONA - Se è vero che i campionati si vincono contro le medio-piccole, il Milan deve pensare a lungo su quanto è accaduto a Cremona e, prima ancora, al Grande Torino, quando addirittura è arrivata una sconfitta. Due trasferte in cui fare il pieno, ma che hanno portato in dote soltanto un misero punto, il che - per una squadra che ha battuto Inter e Juventus - fa ancora più rabbia. E dire che Alvini aveva dato ampiamente fondo ai riservisti per la sua Cremonese, considerati gli otto giocatori cambiati rispetto a Salerno, mentre Pioli si è presentato con cinque cambi (Thiaw - all’esordio dal 1’ minuto -, Kjaer, Ballo-Touré, Tonali e Rebic).

Impatto zero

Il Milan, ancora una volta schierato con la difesa a tre, è mancato soprattutto a sinistra dove, almeno inizialmente, non c’era nessun componente del binario titolare (Theo Hernandez e Leao), mentre a destra ha trovato un Messias ispiratissimo e che ha messo un paio di volte alla frusta Carnesecchi nel primo tempo e pure nel secondo, quando un suo velenosissimo tiro-cross stava per beffarlo. A corredo, bravissimo è stato il portiere della Cremonese su un colpo di testa di Thiaw e in un “uno contro uno” con Origi, mentre nella ripresa - pur mantenendo sempre il controllo del gioco - il Milan è stato più arruffone e meno pericoloso, anche per l’impatto zero proposto dagli ingressi di Leao e De Ketelaere. Finisce con la curva grigiorossa che canta beffarda: «Vincerete, vincerete il tricolor». Altroché, lo scudetto è sempre più lontano dalla Milano rossonera.

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