Neanche un caffè con Zhang: l’autogol di Cardinale

“L’inversione a u” di Redbird sullo stadio è condivisibile, non il fatto che il nuovo proprietario non abbia mai incontrato il suo alter ego nerazzurro
Neanche un caffè con Zhang: l’autogol di Cardinale

MILANO - A oggi, non ci sono appuntamenti in agenda tra Gerry Cardinale e Steven Zhang, proprietario dell’Inter dal 28 giugno 2016 e presidente (il più giovane nella storia del club), dal 26 ottobre 2018. Il managing partner di RedBird Capital nei suoi sempre più frequenti blitz milanesi, ha avuto come interlocutori in città soltanto i rappresentanti delle istituzioni, ovvero il sindaco Beppe Sala e il presidente della Regione Attilio Fontana, perché evidentemente molto interessato al progetto di uno stadio di proprietà che, a differenza da quanto pensato da Elliott, non comprenda piani in comune con l’Inter. Una "inversione a u" che ha molto irritato il club nerazzurro ma che, dopo tutto, può essere anche giustificata da un cambio di vedute rispetto alla precedente proprietà. Ciò che invece risulta stridente è il fatto che Cardinale non abbia ancora trovato il tempo per prendere un caffè con Zhang, anche per normali rapporti di "buon vicinato", considerato che - banalmente - per anni Milan e Inter dovranno convivere ancora a San Siro e perché - c'è da scommetterci - come accaduto per Expo, presto i club saranno attivamente coinvolti per lanciare a livello mediatico il progetto olimpico di Milano 2026. Difficile che il motivo possa essere individuato nella freddezza dei rapporti tra Stati Uniti e Cina in tempi di conflitto tra Russia e Ucraina con annessi rigurgiti da Guerra Fredda, non fosse altro perché il rampollo di casa Suning è di casa in California e ha condotto tutti gli studi proprio negli States. Più facile invece pensare che Cardinale, dopo aver mandato all’aria anni di progetti in comune tra i club, abbia scelto di percorrere un percorso parallelo - anche a livello di rapporti umani - con l’altra metà di Milano. E questo, nella città che ha vissuto il suo periodo di gloria con Berlusconi e Moratti, risulta un vero autogol.

L’imbarazzo di Suning per Yonghong Li

Il precedente, ma al contrario, riguarda l’ordine, arrivato a Zhang da Suning, di non farsi immortalare per ragioni di opportunità con Yonghong Li, ai tempi della breve parabola cinese a tinte rossonere. Ma in quel caso è stata la storia a dimostrare perché a Nanchino guardassero con tanta diffidenza quel personaggio a cui Elliott ha poi sfilato il Milan per inadempienza. Nulla di paragonabile - ovviamente - a quanto (non) sta accadendo tra Cardinale e Zhang.

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