Milan, il trequartista pesante premia le scelte di Pioli. E le prospettive cambiano

Da un 4-0 all’altro, nel segno del trequartista “pesante” (ma anche pensante). Stefano Pioli si era affidato per l’ultima volta a questo tipo di giocatore il 2 novembre, giornata conclusiva del girone di Champions League: partita da dentro/fuori in ottica ottavi, Krunic schierato con Rebic e Leao dietro Giroud, Salisburgo dominato. E, poco prima, lo si era visto in un’altra gara significativa, l’8 ottobre nel 2-0 alla Juventus, con il ruolo affidato a Pobega. Il tecnico del Milan l’ha riproposto esattamente quattro mesi dopo al Maradona e tutti abbiamo toccato con mano come sia finita. Al di là delle quattro reti rifilate al Napoli - che in casa non le subiva dal 24 febbraio 2022, 2-4 con il Barcellona in Europa League - ha impressionato la prova di forza dei rossoneri, tornati a difendere a quattro e, soprattutto, mettendo alle spalle di Giroud un trequartista con i compiti più da interdittore che da costruttore, anche se Bennacer è stato bravo in entrambe le situazioni: ha tolto spazio e fiato a Lobotka, annullando la fonte del gioco spallettiano, e non si è dimenticato di offrire palloni di pregio, come il cross del 2-0 di Brahim Diaz e il contropiede su cui Giroud ha mancato d’un soffio il 3-0 nella ripresa.

Un Milan ritrovato

Un Milan ritrovato nell’atteggiamento, convinto e convincente fin dal primo minuto. Un Milan ritrovato negli uomini, vedi alla voce Leao, punta di un iceberg collettivo. Un Milan ritrovato nel sistema di gioco, con il ritorno al collaudato 4-2-3-1 varato il 9 febbraio 2020 nel derby perso 4-2. Un Milan ritrovato nel trequartista di peso, che era stata la carta vincente di Pioli nella lotta scudetto. Un ruolo affi dato soprattutto a Kessie, in alternativa con Krunic, e rivelatosi essenziale. Perché in quella posizione il tecnico ha a disposizione elementi che sanno coniugare l’aspetto fisico a quello tecnico, caratteristiche che mettono in diffi coltà l’avversario e che aiutano i rossoneri in fase di costruzione. Questo non significa la bocciatura per i trequartisti versione classica, Brahim Diaz è stato spesso decisivo in quella posizione, mentre De Keteleare ha pagato la ricerca (finora vana) del ruolo più adatto alle sue caratteristiche nella realtà italiana. Ma il giocatore “pesante” è quello più funzionale ai rossoneri e Pioli, come un maitre eccellente, ha saputo scovare in cantina la bottiglia giusta per l’occasione giusta. La serata del Maradona ha così riconsegnato al Milan un ruolo da protagonista nel finale di stagione. Lo sarà in Italia, dove la corsa della qualificazione per la Champions League si fa sempre più serrata. È il traguardo che, più di tutti, pesa sulle fortune economiche di un club e, a 10 giornate dalla fi ne, ci sono cinque squadre in sette punti a giocarsi tre posti. Lo sarà in Europa, dove lo 0-4 è un campanello di allarme per il Napoli e un avvertimento per un ambiente (quello extrasquadra) che pensava di aver pescato nell’urna l’avversaria più abbordabile. I quarti di finale contro il Milan non saranno una passeggiata di salute per nessuna delle due.

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