Milan, evita lo sfacelo del primo addio a Ibrahimovic

A Furlani, Moncada e a chiunque dovrà gestire il club spetta un compito difficile: far sì che la seconda e definitiva uscita di scena di Zlatan non si trasformi in una nuova discesa all'inferno

Estate 2010: l’Inter ha appena vinto il Triplete, da anni domina in Italia e il Milan, che dopo i successi internazionali del 2007 non è mai riuscito a contrastare in Serie A i nerazzurri - dopo lo scudetto del ’03-04, un secondo posto, tre terzi, un quarto e un quinto -, prova a cambiare la storia strappando al Barcellona il deluso Ibrahimovic, il grande ex dell’Inter che, anche grazie alla sua cessione, ha costruito la squadra che nel ’09-10 ha vinto tutto. Adriano Galliani con Zlatan mette la ciliegina sulla torta alla squadra di Allegri che dodici mesi dopo vince lo scudetto mettendo fine all'epopea morattiana. Ibra resta due stagioni, poi Fininvest ordina allo storico ad rossonero di cedere i big per mettere a posto i conti: l’uomo scelto è Thiago Silva, ma il Psg per chiudere la ricca operazione chiede anche lo svedese. Ibra non vuole andare via, ha scelto la maglia numero 10, si sente a casa, ma viene sacrificato all’altare del bilancio. Ibra se ne va e il Milan gradualmente scivola in quella che i tifosi milanisti hanno battezzato come la “Banter era (tradotto, l’era degli sfottò).

La magia di Zlatan

Natale 2019: Galliani non c’è più da un paio d’anni, al timone dell’area sportiva del Milan c’è Maldini (con Boban) che pensa al 38enne Ibra, in “villeggiatura” a Los Angeles, per cambiare il destino di una squadra in crisi. Zlatan arriva e in due stagioni trasforma un gruppo giovane in uno vincente: lo scudetto atteso undici anni arriva nell'annata '21-22. Giugno 2023: Ibra dice addio al calcio il giorno prima della cacciata di Maldini. In meno di 24 ore i tifosi del Diavolo subiscono un dritto e un montante da ko. L'eco della "Banter era", con gli spifferi arrivati già dalla sconfitta nell'euroderby e il timore di un impronosticabile successo nerazzurro a Istanbul - già, proprio Istanbul... -, spaventano tutti gli appassionati rossoneri. Ecco, questa è la nuova sfida che ha deciso di affrontare il nuovo Milan targato Cardinale. A Furlani, Moncada e a chiunque dovrà gestire il prossimo Milan un compito difficile: evitare che il secondo addio di Ibra - seppur motivato da condizioni differenti - non si trasformi in una nuova discesa all'inferno.

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