Donnarumma, la Juve e l'addio all'Italia
Raiola parla così della scelta di dire addio al Milan e all'Italia: "Mino spiegava ai rossoneri che non sarebbe andato via da parametro zero, avevamo pensato che a Champions ottenuta potesse rimanere lì, anche se c'era quel timore di appiattirlo. Quell'anno che era tornato Ibrahimovic ebbe uno scatto: lo martellava, una mattina c'era un volo programmato, Ibra lo svegliò due ore prima per farlo allenare. Su di lui, comunque, c'era la Juventus: era disposta a pagare il cartellino o ad effettuare uno scambio di giocatori. Ma quando ci comunicarono che il Milan non era più interessato a tenerlo, andammo da Al-Khelaifi, ci chiese se fosse libero, alzò il telefono e iniziò la trattiva con Leonardo".
Poi il retroscena sul perché andò via dal Milan in quel modo e la possibilità, non concretizzata, di andare alla Juventus: "Se ci eravamo incontrati col Milan per rinnovare? Eravamo lì pr una chiacchierata, per capire se volessero portare avanti il discorso con la Juve. C'è sempre stata questa cosa di aspettare, di non preoccuparsi. Alla fine credo sia stata la proprietà a dire di non volerci più aspettare, e così prese Maignan, da una squadra che faceva parte dello stesso gruppo del presidente: credo sia stata una forzatura per chiuder il rapporto. Da chi è dipeso il mancato passaggio alla Juve a parametro zero? Da Donnarumma, non se l'è sentita più di restare in Italia a quel punto".