Mourinho e il metodo Capello alla Juve
Lo svedese da calciatore ha avuto la possibilità di essere allenato da grandi tecnici. Se con alcuni di questi non ha avuto un rapporto idilliaco (vedi Guardiola), con altri decisamente sì. Tra questi José Mourinho: "Era una macchina, ma anche un manipolatore. Sapeva entrarti in testa e tirare fuori il meglio di te, mi ha ricordato Capello, ma in versione più moderna. Mi piaceva perché mi ricordava le mie origini, la severità della mia famiglia". E a proposito di Fabio Capello, Ibrahimovic racconta il rapporto avuto con lui: "Alla Juventus avevo Fabio Capello. Mi distruggeva, ma allo stesso tempo mi costruiva. In che modo? Semplice. Oggi sei una m***a, domani sei il migliore. E poi così sarebbe stato. Quando pensi di essere il migliore, lui ti distrugge. Poi si crea confusione, e pensi: 'Sono davvero il migliore o sono una m***a?' Così, quando eri giù, lui ti tirava su".
Ma il metodo Capello ha funzionato? "Sono diventato il migliore. Quindi, sì. Se mi è piaciuto non l'ho capito. Mi ha fatto venire la testa... come se non ci fosse equilibrio. Ma mi ha fatto dare sempre il 200%. Mi ha plasmato. Ma ci vuole anche un'identità, una cultura e una tradizione da parte del club, oltre che dell'allenatore. Un vincitore crea vincitori. I perdenti non creano vincitori. Questa è una cultura. Quindi, quando arrivi in un club, come giovane talento o giocatore con un potenziale, il club ti forma perché cresci e capisci il modo in cui funziona un club e l'ambiente circostante. Al Milan vogliamo creare questo aspetto in modo positivo".