Ibrahimovic: "Mourinho manipolatore, Capello alla Juve mi ha distrutto"

In un'intervista a The Athletic, l'attuale dirigente del Milan a tutto campo: tra gli obiettivi dei rossoneri e aneddoti del passato

Mai banale quando parla Zlatan Ibrahimovic. L'attuale dirigente del Milan, con la squadra che questa notte giocherà negli Stati Uniti contro il Barcellona, si è raccontato in una lunga intervista a The Athletic: tanti gli argomenti trattati, dalle ambizioni del club rossonero, il Milan Futuro (in cui giocherà suo figlio Maximilian), ma anche aneddoti del passato come quelli relativi a José Mourinho e, soprattutto, al rapporto avuto con Fabio Capello ai tempi della Juventus.

Ibrahimovic e il Milan (Futuro)

Così Ibrahimovic in merito al momento del suo Milan: "Il mio obiettivo è quello di portare risultati e aumentare il valore, senza dimenticare l'ambizione del club che è quella di vincere. Non sono un baby sitter, i giocatori devono assumersi le proprie responsabilità e dare il massimo anche quando non ci sono". Da quest'anno nel club ci sarà anche la seconda squadra, che militerà in Serie C, il Milan Futuro. Nella rosa rossonera anche suo figlio Maximilian: "Non è facile per lui perché, ovviamente, suo padre è quello che è. Quindi porta un cognome pesante. Ovunque vada, sarà sempre paragonato. Ma al Milan, nel mio ruolo, non lo vedo diverso dagli altri. Non lo giudico come mio figlio. Lo giudico come giocatore, come giudico tutti gli altri. Deve imparare, deve lavorare e deve guadagnare. Poi quello che succede, succede. È forte mentalmente. La gente pensa che il calcio sia facile e che tutti arrivino. Ma non è così".

Una mentalità forte che lo stesso Ibrahimovic ha avuto da calciatore, e che ha appreso dai vari allenatori avuti. Lui, però, la guida tecnica non la farà mai: "Non credo che mi piacerebbe farlo. Vedi i miei capelli grigi (dice indicando i suoi capelli nerissimi, ndr)? I capelli diventano completamente grigi dopo una settimana da allenatore. Un allenatore lavora duramente fino a 12 ore al giorno. Non hai assolutamente tempo libero. Il mio ruolo è collegare tutto, essere un leader dall'alto e assicurarmi che la struttura e l'organizzazione funzionino. Mantenere tutti sulle spine". E a proposito degli allenatori avuti in carriera...

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Mourinho e il metodo Capello alla Juve

Lo svedese da calciatore ha avuto la possibilità di essere allenato da grandi tecnici. Se con alcuni di questi non ha avuto un rapporto idilliaco (vedi Guardiola), con altri decisamente sì. Tra questi José Mourinho: "Era una macchina, ma anche un manipolatore. Sapeva entrarti in testa e tirare fuori il meglio di te, mi ha ricordato Capello, ma in versione più moderna. Mi piaceva perché mi ricordava le mie origini, la severità della mia famiglia". E a proposito di Fabio Capello, Ibrahimovic racconta il rapporto avuto con lui: "Alla Juventus avevo Fabio Capello. Mi distruggeva, ma allo stesso tempo mi costruiva. In che modo? Semplice. Oggi sei una m***a, domani sei il migliore. E poi così sarebbe stato. Quando pensi di essere il migliore, lui ti distrugge. Poi si crea confusione, e pensi: 'Sono davvero il migliore o sono una m***a?' Così, quando eri giù, lui ti tirava su".

Ma il metodo Capello ha funzionato? "Sono diventato il migliore. Quindi, sì. Se mi è piaciuto non l'ho capito. Mi ha fatto venire la testa... come se non ci fosse equilibrio. Ma mi ha fatto dare sempre il 200%. Mi ha plasmato. Ma ci vuole anche un'identità, una cultura e una tradizione da parte del club, oltre che dell'allenatore. Un vincitore crea vincitori. I perdenti non creano vincitori. Questa è una cultura. Quindi, quando arrivi in un club, come giovane talento o giocatore con un potenziale, il club ti forma perché cresci e capisci il modo in cui funziona un club e l'ambiente circostante. Al Milan vogliamo creare questo aspetto in modo positivo".

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Mai banale quando parla Zlatan Ibrahimovic. L'attuale dirigente del Milan, con la squadra che questa notte giocherà negli Stati Uniti contro il Barcellona, si è raccontato in una lunga intervista a The Athletic: tanti gli argomenti trattati, dalle ambizioni del club rossonero, il Milan Futuro (in cui giocherà suo figlio Maximilian), ma anche aneddoti del passato come quelli relativi a José Mourinho e, soprattutto, al rapporto avuto con Fabio Capello ai tempi della Juventus.

Ibrahimovic e il Milan (Futuro)

Così Ibrahimovic in merito al momento del suo Milan: "Il mio obiettivo è quello di portare risultati e aumentare il valore, senza dimenticare l'ambizione del club che è quella di vincere. Non sono un baby sitter, i giocatori devono assumersi le proprie responsabilità e dare il massimo anche quando non ci sono". Da quest'anno nel club ci sarà anche la seconda squadra, che militerà in Serie C, il Milan Futuro. Nella rosa rossonera anche suo figlio Maximilian: "Non è facile per lui perché, ovviamente, suo padre è quello che è. Quindi porta un cognome pesante. Ovunque vada, sarà sempre paragonato. Ma al Milan, nel mio ruolo, non lo vedo diverso dagli altri. Non lo giudico come mio figlio. Lo giudico come giocatore, come giudico tutti gli altri. Deve imparare, deve lavorare e deve guadagnare. Poi quello che succede, succede. È forte mentalmente. La gente pensa che il calcio sia facile e che tutti arrivino. Ma non è così".

Una mentalità forte che lo stesso Ibrahimovic ha avuto da calciatore, e che ha appreso dai vari allenatori avuti. Lui, però, la guida tecnica non la farà mai: "Non credo che mi piacerebbe farlo. Vedi i miei capelli grigi (dice indicando i suoi capelli nerissimi, ndr)? I capelli diventano completamente grigi dopo una settimana da allenatore. Un allenatore lavora duramente fino a 12 ore al giorno. Non hai assolutamente tempo libero. Il mio ruolo è collegare tutto, essere un leader dall'alto e assicurarmi che la struttura e l'organizzazione funzionino. Mantenere tutti sulle spine". E a proposito degli allenatori avuti in carriera...

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