MILANO - Maignan e Tomori. Di fatto in questo momento sono gli unici due elementi del Milan scudettato di appena due anni fa sui quali non si addensa alcuna incertezza in casa rossonera. Nel blocco erano compresi anche Theo Hernandez e Leao, ma il clamoroso atteggiamento tenuto all’Olimpico dai due componenti della fascia sinistra milanista, dopo l'esclusione iniziale (per il francese la seconda in tre giornate) ha aperto qualche dubbio nei loro confronti. È l’ennesima puntata di una strana presa di distanza da quella squadra titolare capace di firmare un trionfo inatteso e giunto con modalità esaltanti per i tifosi milanisti. Invece quel gruppo, nel giro di appena due stagioni, è stato di fatto smembrato. L’elemento curioso è che non c’era alcuna necessità di farlo.
Blocco smantellato
Per fare un esempio, restando a Milano, dell’Inter campione d’Italia nel 2021 sono rimasti appena quattro titolari: Bastoni, Barella, Lautaro e Darmian (l'ex granata di fatto è sempre titolare anche se parte sempre come riserva). Ma il club nerazzurro è stato costretto a privarsi mercato dopo mercato dei pezzi più pregiati, a causa delle ristrettezze economiche sempre più evidenti della passata gestione di Suning. Le proprietà milaniste, invece, ostentano sempre una situazione di bilancio favorevole. Eppure quel blocco vincente è stato progressivamente smantellato. Kalulu e Tonali sono stati ceduti, Kessie è andato via a parametro zero, Saelemaekers continua a essere mandato in prestito, Brahim Diaz non è stato riscattato nonostante ci fossero ottime possibilità di farlo a condizioni favorevoli, Bennacer è ancora a Milanello, ma non è più centrale nei progetti rossoneri al punto da essere quasi sempre sul mercato. Infine Calabria è messo in discussione dalla concorrenza di Emerson Royal. L’unica modifica ineluttabile è rappresentata dalla decisione di Giroud di chiudere la carriera negli Stati Uniti.
Le scelte estive
Alcune scelte in particolare stridono con l’esigenza principale manifestata nel corso dell’estate anche da Paulo Fonseca: la necessità di ritrovare equilibrio complessivo per blindare la difesa. In quest’ottica non si capisce perché mandare via ancora Saelemaekers che è l’unico esterno offensivo con caratteristiche anche di copertura. Già un anno fa non era sembrata azzeccatissima la decisione di mandare il belga in prestito al Bologna. Ma la perseveranza diventa ancora più bizzarra dopo l’ottima annata di Saelemaekers in rossoblù. Senza dimenticare che Fonseca lo aveva pubblicamente elogiato tre settimane fa. Stesso discorso per Bennacer che è l’unico centrocampista in rosa con tempi di gioco utili a far respirare la squadra nei momenti difficili. La sensazione è che al Milan da un anno e tre mesi sia diventato urgente cambiare per costruire un gruppo vincente con giocatori portati dalla nuova dirigenza Furlani-Moncada (prima ancora dell’inserimento della figura di Ibrahimovic) al posto del blocco costruito da Maldini-Massara.
Il quartetto 'intoccabile'
La sessione estiva 2023 è stata illuminante con tantissimi nuovi acquisti. Ma anche l’ultima non ha fatto eccezione soprattutto con alcune mosse finali, a partire come detto dalla nuova partenza di Saelemaekers. Resta il quartetto intoccabile Maignan, Tomori, Hernandez e Leao. Ma la frattura visiva dell’Olimpico ha fatto sentire qualche scricchiolio anche qua. Inoltre solo Leao ha rinnovato il contratto a lunga scadenza (2028), di fatto ultimo atto della coppia Maldini-Massara pochi giorni prima del licenziamento. Maignan e Hernandez sono fermi al 2026, Tomori ha un anno in più. Anche le firme delle colonne dello scudetto 2022 si sono inceppate.