Le frasi celebri di Ibrahimovic sono come i gol che segnava quando giocava: cadono a grappoli sulla platea e fanno sempre effetto. O, forse, dopo la contestazione dei tifosi a San Siro, facevano effetto. Il tracollo con il Liverpool e la falsa partenza in campionato hanno portato sul banco delle critiche anche lo svedese, che un giorno disse: "Ognuno di voi nel suo piccolo può essere Zlatan. Voi tutti siete Zlatan e io sono voi". Può essere, però vallo a dire adesso agli imbufaliti fan rossoneri, sconcertati testimoni della resa senza condizioni ai Reds di un Milan talmente brutto e molle a vedersi, da non sembrare vero.
Il confronto
Così, il confronto dialettico andato in onda su Sky fra Ibrahimovic e Boban, ha reso bene l'idea dello stato dell'arte in casa del Diavolo. Al croato ex dirigente rossonero che a Ibra ha chiesto quale sia il suo ruolo effettivo nel Milan, Zlatan ha risposto piccato: "Io sono il boss e tutti lavorano per me e si lavora in silenzio. Si pedala". Non prima di avere affermato: "Quando il leone va via, i gattini si avvicinano; quando il leone torna, i gattini spariscono. Il livello è troppo basso, mi sto concentrando sul lavoro, sono andato via per motivi personali. Sono sempre presente dal primo giorno. I gattini non sono la squadra, sono quelli fuori dalla squadra". Non è dato sapere a chi si riferisse esattamente la metafora felina di Ibrahimovic, mentre è doveroso ricordare che proprio Boban, nel dicembre di cinque anni fa, risultò decisivo per convincere Zlatan a tornare in rossonero. È assodato, invece, come attualmente nel Milan non tutti lavorino per il Boss. O come il Boss desidererebbe, visti i risultati. Il derby si avvicina: non è più il tempo dei gattini. Per citare l'invocazione dei tifosi, contro l'Inter ci vorranno undici leoni. Il dodicesimo ruggirà a bordo campo, ma, suo malgrado, resterà a guardare. E non vorrà sentire miagolii.