"A Firenze si è visto chiaramente come la squadra non segua l’allenatore. L’episodio dei due rigori calciati da elementi diversi da quelli indicati da Fonseca la dice lunga sulla mancanza di controllo del tecnico sui calciatori. Inutile che l’allenatore se ne lamenti a fine partita coi giornalisti: doveva farlo direttamente coi suoi giocatori all’intervallo. Quanto successo domenica è stato incredibile". Esce a valanga e senza peli sulla lingua Ricky Albertosi, storico portiere rossonero dal 1974 al 1980. Sei stagioni nelle quali ha vinto col Milan lo Scudetto della Stella (1979) e una Coppa Italia (1977).
Cosa avrebbe fatto al posto di Fonseca dinanzi a calciatori, che non rispettano le indicazioni sui tiratori designati per i calci di rigore?
"Ai miei tempi se c’era uno che calciava il rigore al posto del giocatore incaricato a farlo, l’allenatore lo toglieva subito e ne faceva entrare un altro. Serviva un intervento immediato per far capire chi comanda: su quello Fonseca ha sbagliato. Theo e Abraham? Impensabile comportarsi così senza il permesso del proprio allenatore: significa che qualcosa non funziona all’interno dello spogliatoio".
Che idea si è fatto delle difficoltà di questo Milan?
"Fonseca l’ho visto in confusione. Togliere Pulisic e Leao, che sono i due migliori giocatori offensivi, quando sei in svantaggio e devi rimontare è una scelta senza senso. Mi è sembrata la mossa di un allenatore che non sa più cosa fare…".
C’è da dire che il numero 10 portoghese continua a essere discontinuo…
"Leao è questo ormai: un giocatore forte che va a corrente alternata. A volte è incontenibile, a volte non tocca la palla per 20 minuti…".
Allora chi è il vero top player del Milan?
"Non ho dubbi: Maignan. Il portiere francese da anni ha un rendimento elevatissimo e le sue parate valgono diversi punti in più ogni campionato".