MILANO - Nel tentativo di ricercare un’identità di squadra che potesse dare una stabilità tecnica al suo Milan, Paulo Fonseca ha fatto una scelta precisa ovvero quella di stabilizzare un undici titolare. Una decisione forte, così come quella di insistere sul 4-2-4 che debuttò nel derby e che un po’ sparigliò le carte portando il Milan alla vittoria nella stracittadina. Così facendo, al netto degli infortuni, Fonseca ha scelto di stabilizzare la posizione di 9-10 giocatori di movimento, dando un segnale su chi fossero i giocatori titolari e chi, almeno temporaneamente, sarebbe stato rilegato al ruolo di riserva. I tre che sono entrati più volte in ballottaggio sono stati Davide Calabria (prima dell’ultimo stop per infortunio) ed Emerson Royal per il ruolo di terzino destro, mentre Loftus-Cheek ha fatto su e giù tra titolarità e panchina in base, soprattutto, alle condizioni di Alvaro Morata, del quale aveva preso il posto nella trasferta di Leverkusen come spalla di Abraham, poi uscito per lasciar spazio proprio all’attaccante spagnolo. Il 4-2-4, poi, è un modulo che richiede una grande trazione offensiva e questo comporta il fatto di dover schierare con continuità i propri uomini offensivi migliori, correndo il rischio che poi chi rimane in panchina trovi meno spazio o debba accontentarsi di piccoli ritagli di minutaggio nei quali dovrà cercare di farsi notare o, come a Firenze, addirittura provare a dare la scossa per recuperare il risultato.
Fonseca e l'incognita Pavlovic
Nelle ultime due partite, contro Bayer e Fiorentina, Fonseca ha attuato solo due sostituzioni rispetto ai cinque slot utilizzabili. Una scelta che può avere molteplici sfaccettature che vanno dalla fiducia nella maggioranza degli uomini in campo alle condizioni fisiche di determinati giocatori non al top e dunque un discorso di gestione o, magari, ci sono delle letture diverse che solo il tecnico può sapere. Ciò che però appare evidente è che la cristallizzazione dei ruoli ha portato alcuni giocatori a vedere poco il campo o a vederlo solo dalla panchina. Strahijnia Pavlovic, arrivato in estate per avere finalmente un centrale mancino, è stato giubilato nelle scelte di Fonseca in favore non tanto di Gabbia, le cui esclusioni iniziali avevano destato non poche perplessità, ma soprattutto di un Fikayo Tomori piuttosto discontinuo e, ciliegina sulla torta, protagonista di una delle due scene di ammutinamento di Firenze che gli potrebbe costare la titolarità contro l’Udinese proprio in favore del serbo.
Gli altri dimenticati
Anche Yunus Musah, sul quale Fonseca ha ammesso che si sta lavorando a Milanello per fargli cambiare metodolologia di gioco e portarlo più verso quello che fa Fofana, ha visto ridotto il suo minutaggio complessivo, mentre Luka Jovic è finito ai margini assoluti delle scelte dell’allenatore portoghese. Ma nel prossimo ciclo di partite, con impegni ogni tre giorni, Fonseca avrà la necessità di attingere anche dalla panchina (magari varando il 4-3-3?) per allungare le sue scelte a partita in corso. Ma questi sono discorsi che inizieranno ad essere affrontati da lunedì, quando il Milan riprenderà gli allenamenti visto che Fonseca ha concesso tre giorni di riposo ai pochi calciatori utilizzabili. Ieri, presso il centro sportivo rossonero, si sono visti gli infortunati di breve e lungo corso. Sportiello, Calabria e Loftus-Cheek hanno proseguito nei loro programmi individuali. L’obiettivo è riaverli a disposizione entro il Napoli. Terapie per Florenzi e Bennacer, il cui rientro è previsto per gennaio.