MILANO - Prima lo zuccherino, «Leao fuori? Devo pensare anche alla partita di Madrid», quindi, dopo la vittoria col Monza con l’attaccante portoghese entrato nella ripresa e protagonista di una mezz’ora fatta di alti, l’avviso: «Lo status non gioca, non va in campo». Con questa frase a effetto Paulo Fonseca ha messo in guardia Rafa Leao in vista dell’affascinante trasferta di domani sera al Bernabeu contro il Real dell’ex Carlo Ancelotti (oggi il portoghese parlerà alle 19 insieme a Maignan). Una partita sulla carta proibitiva per il Milan che comunque ha fatto il suo dovere in termini di risultato contro il Monza e potrà affrontarla con minori pressioni (il Diavolo sarà accompagnato da 3.800 tifosi). È vero che la classifica del Milan piange - 3 punti dopo tre giornate - e il Real, a quota 6, cercherà di vincere anche per cancellare lo 0-4 del Clasico del 26 ottobre, però i rossoneri sanno bene che per approdare alla seconda fase sarà fondamentale vincere le ultime quattro gare contro rivali sulla carta alla portata (ovvero Slovan Bratislava, Stella Rossa, Girona e Dinamo Zagabria). Con 12 punti aggiunti ai 3 già incamerati, almeno lo spareggio sarà centrato.
Occasione per Leao
La partita di Madrid, dunque, come spesso amano definire gli allenatori, è un’opportunità per il Milan di crescere e misurarsi contro una big europea, ma anche un’occasione per Leao. O meglio, l’occasione. Perché le tre panchine nelle ultime tre di Serie A parlano chiaro, così come l’idea che ormai Fonseca si è fatto di lui, giusta o sbagliata che sia: «Non c’è un caso Leao, Rafa è un calciatore che, per una scelta dell'allenatore, ha cominciato in panchina come con Loftus-Cheek e Musah. Leao ha uno status diverso di Musah? Non per me: lo status non gioca, non va in campo. Per me Leao è come Musah, io scelgo in funzione di ciò che ha bisogno la squadra». È evidente come il “cortocircuito” sia qui: ovviamente è giusto che un allenatore consideri tutti uguali i suoi giocatori, ma è altrettanto vero che Leao non possa essere messo - per ingaggio, valore, storia al Milan, qualità generali - sullo stesso piano di Musah. Con tutto il rispetto per il centrocampista americano. Lautaro Martinez è uguale ad Asllani?
Leao sfiderà a distanza Vinicius
Detto ciò, Leao se davvero giocherà a Madrid dovrà dimostrare qualcosa, non solo nell’applicazione tattica tanto cara a Fonseca - Okafor a Monza non ha comunque dato questa grande mano a Theo Hernandez in fase difensiva -, ma anche nell’atteggiamento, nella grinta, nell’incisività sotto porta. Perché non è accettabile che in campionato un giocatore come Leao, a fronte di 27 tiri, abbia fatto solo un gol. La sua è una percentuale di realizzazione pessima, la peggiore fra chi ha calciato almeno 27 volte (Krstovic e Piccoli che hanno tirato rispettivamente 44 e 30 volte, hanno però segnato 2 gol a testa e hanno dunque una percentuale migliore del portoghese). Leao sfiderà a distanza Vinicius, un giocatore che negli anni ha dimostrato come si possa essere devastanti da ala sinistra non solo nel dribbling e negli assist, ma pure in zona gol: dal 2021 entrambi i giocatori hanno fatto uno step nella loro carriera, ma Vinicius ha segnato 77 gol (di cui 20 in Champions) in 160 gare; Leao 46 (3) in 148. Il salto da potenziale campione a campione, passa anche da qui. Leao deve crescere, altrimenti il rischio è quello di rimanere uno dei tanti da ruotare. Come Musah, con tutto il rispetto.