Morata: "Al Milan stessa aura Real. Dobbiamo pensare di vincere la Champions"

L'attaccante rossonero si rivela in una lunga intervista a The Athletic: tutte le dichiarazioni

Alla vigilia del ritorno al Santiago Bernabeu per Real Madrid-Milan, Alvaro Morata si è raccontato in una lunga intervista al The Athletic. L'attaccante spagnolo si è espresso così sulle similitudini tra i due club: "Qui c'è la stessa aura del Real Madrid, è esattamente così. Prima di venire a Milano tutti mi dicevano che l’aria che si respira è diversa. Basta mangiare al ristorante a Milanello per vedere tutti i grandi giocatori che hanno vinto trofei con il Milan. Per me questo club ha sempre avuto un ruolo importante nella storia del calcio. Accoglienza al Bernabeu? Non penso che le cose siano cambiate molto. Ne sono consapevole e mi aspetto di essere fischiato e tutto il resto, è normale".

Milan, Morata: "Stiamo migliorando, la pressione è normale"

Lo spagnolo si è soffermato sui risultati altalenanti in questo inizio di stagione: "Penso che stiamo trovando i giusti meccanismi, stiamo facendo le cose in modo più naturale ora. Abbiamo molti nuovi giocatori e un nuovo allenatore, ma il tempo per adattarsi ora è scaduto. È normale avere pressione giocando a San Siro o in Champions League, è così ogni volta che indossi una maglia come questa. Ogni partita porta con sé responsabilità, ma è più un privilegio che un peso. Molti giocatori darebbero qualsiasi cosa per giocare in squadre come queste e io sono stato abbastanza fortunato da giocare per molte di loro al massimo livello".

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Morata: "Leao è il migliore al Milan"

Spazio poi all'argomento Rafael Leao dopo le recenti panchine: "Ha talento, è il miglior giocatore della squadra e deve solo continuare a fare quello che sta facendo. È solo una fase e spesso è così per i giocatori d’attacco. Un grande gol o uno facile saranno sufficienti per fargli ritrovare la fiducia. Tutto ciò che fa Rafa fa rumore, ma è importante per noi e abbiamo bisogno di lui. Lo sa perfettamente e posso assicurarvi che sta lavorando sodo. Il suo momento arriverà e ci farà vincere".

Morata: "Il Milan può vincere la Champions"

Morata ha fissato l'obiettivo dei rossoneri in Champions League, facendo riferimento alla grande storia del club: "Mia sorella mi aveva regalato la maglia di Kakà, ricordo il suo gol contro il Manchester United nel 2007. Il Milan ha lottato per la Champions League in quegli anni e mi ricordo di tutte le partite. Se il Milan può tornare ad essere competitivo per vincerla come in passato? Nel calcio non si sa mai, l’anno scorso il Borussia Dortmund non stava andando bene in campionato o in generale, ma hanno raggiunto comunque la finale. Se il tiro di Fullkrug in finale fosse entrato forse ora sarebbero campioni d’Europa, questa è la bellezza della Champions League. Ogni anno ci sono squadre che nessuno si aspetta, noi dobbiamo crederci. Siamo il Milan e dobbiamo puntare a vincere tutto. Se perdi contro una squadra di vertice è perché è la Champions League, ma siamo obbligati a pensare di potercela fare. Dobbiamo pensare che sia possibile".

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Morata: "L'Europeo con la Spagna non è stata una vendetta"

Si passa al capitolo nazionale, con i ricordi legati alla vittoria dell'ultimo Europeo"Ho dovuto leggere che non ero abbastanza bravo per essere capitano, che non eravamo una buona squadra e che non era possibile vincere gli Europei. Non è stata una vendetta, perché alla fine non devo dimostrare il mio valore a nessuno, ma è stato grandioso. Stanno uscendo film e documentari sugli Europei e la gente potrà vedere cosa abbiamo fatto. Inghilterra e Francia hanno squadre di vertice, ma penso che siamo stati i migliori per lo spirito che abbiamo messo in campo, abbiamo vinto per quello. È un peccato che abbiamo dovuto vincere gli Europei per far capire a tutti quanto sono bravi i giocatori che abbiamo in Spagna. Rodri? Mi aspettavo e speravo che vincesse il Pallone d’Oro".

Morata sull'importanza della salute mentale

Infine Morata è tornato sul tema della salute mentale per i calciatori: "Ho passato molto tempo a combattere contro la mia mente e alla fine, quando non ce l’ho più fatta, ho chiesto aiuto. Non devi raggiungere il limite per chiedere aiuto e curare questo problema. Nel calcio dobbiamo essere pronti a passare dal paradiso all’inferno in una frazione di secondo. A volte pochi centimetri possono fare la differenza, immagina se Olmo non fosse stato in gioco agli Europei. Piccoli dettagli come questi possono cambiare la tua vita e la tua carriera. Tutto può cambiare, quindi devi essere pronto per affrontare le situazioni e prepararti mentalmente. Per me il successo nella vita non è vincere un Europeo, una Coppa del Mondo, una Champions League o segnare 600 gol. Il più grande successo che puoi avere è quando tutte le persone con cui passi le tue giornate e con cui lavori ti conoscono davvero. Non troverai mai un compagno di squadra, un amico o una persona con cui ho parlato e con cui mi sono aperto che non dica che sono una brava persona, questa è la cosa più importante per me. Il mio lato nascosto è che cerco di aiutare tutti, mi piace far sentire bene le altre persone E' per questo che sono diventato capitano e ho fatto un buon lavoro, perché ho fatto sì che gli altri potessero dare il meglio".

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Alla vigilia del ritorno al Santiago Bernabeu per Real Madrid-Milan, Alvaro Morata si è raccontato in una lunga intervista al The Athletic. L'attaccante spagnolo si è espresso così sulle similitudini tra i due club: "Qui c'è la stessa aura del Real Madrid, è esattamente così. Prima di venire a Milano tutti mi dicevano che l’aria che si respira è diversa. Basta mangiare al ristorante a Milanello per vedere tutti i grandi giocatori che hanno vinto trofei con il Milan. Per me questo club ha sempre avuto un ruolo importante nella storia del calcio. Accoglienza al Bernabeu? Non penso che le cose siano cambiate molto. Ne sono consapevole e mi aspetto di essere fischiato e tutto il resto, è normale".

Milan, Morata: "Stiamo migliorando, la pressione è normale"

Lo spagnolo si è soffermato sui risultati altalenanti in questo inizio di stagione: "Penso che stiamo trovando i giusti meccanismi, stiamo facendo le cose in modo più naturale ora. Abbiamo molti nuovi giocatori e un nuovo allenatore, ma il tempo per adattarsi ora è scaduto. È normale avere pressione giocando a San Siro o in Champions League, è così ogni volta che indossi una maglia come questa. Ogni partita porta con sé responsabilità, ma è più un privilegio che un peso. Molti giocatori darebbero qualsiasi cosa per giocare in squadre come queste e io sono stato abbastanza fortunato da giocare per molte di loro al massimo livello".

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