RIAD (Arabia Saudita) - Venerdì sera (ore 20) Juventus e Milan si giocheranno il pass per la finale della Supercoppa 2025, a guidare in panchina i rossoneri per la prima volta sarà Sergio Conceicao che ha parlato questa mattina nella conferenza stampa della vigilia con a fianco Mike Maignan. L'allenatore portoghese sui pochi giorni di lavoro: "Ho trovato una squadra umile, che vuole imparare, che vuole capire cosa vuole l'allenatore che ha ora. E questa è la base per lavorare con qualità. C'è stato poco tempo per lavorare, ma siamo stati incisivi nel dire dove la squadra deve migliorare in vari momenti del gioco per essere competitivi già domani. Possiamo solo lavorare: le parole non contano niente, in questi grandi club contano i risultati. E il risultato che cerchiamo è vincere domani".
Cosa vuol dire affrontare la Juve e Francisco
"Il timing è quello che è. Chiaro che avrei voluto più giorni per lavorare e più giocatori disponibili, ma quando sono arrivato sapevo già di questa situazione. Quindi non ci sono scuse. Testa alta. Stiamo preparando la partita per essere incisivi, senza avere troppe informazioni nella testa, per cercare di vincere - aggiunge - Non sono per niente emozionato, sono raffreddato e ho un po' di febbre. A casa sono il padre di Francisco, domani sarà un avversario. Lui la pensa allo stesso modo. Nessuna emozione, lo voglio battere. È un giocatore di qualità, tecniche, di capire il gioco, della tattica che si prepara. Ha anche qualità fisiche. La Juve ha tanti giocatori di qualità, giovani, che lavorano e capiscono cosa vuole Motta. Io non è che voglio incastrare il talento o la qualità, ma dobbiamo essere comptatti, aggressivi e lavorare come squadra. Solo così secondo me il calcio funziona".
Su Tomori
"Non ho avuto tempo di parlare di mercato. Tomori è a disposizione".
Cosa vuole lasciare?
"Dobbiamo lavorare ogni giorno, non sono un visionario per pensare tra sei mesi. Lavoro ogni giorno per avere i risultati, poi si faranno i conti. C'è la pressione, ma domani lo stadio è pieno: sono felice, facciamo un lavoro fantastico, guadagniamo soldi, siamo conosciuti, siamo fortunati. Dobbiamos fruttare questo talento che Dio ci ha dato per fare bene".
Paragone con Allegri, Conte e Simeone
"Ho grande rispetto per tutti, poi il calcio è diverso per tutti. Conte, Simeone e Allegri hanno già fatto tanti anni di livello. Io devo portare risultati al Milan, se no parlare non serve a niente. Dobbiamo reagire".
Rischio di allenare il Milan?
"La vita è così: rischi, sfide. Io ho lavorato tanto per arrivare qua, altrimenti me ne stavo tranquillamente al mio paese. Per me è un onore e un orgoglio allenare una squadra come il Milan"