"Non sai di che parli", Di Canio fuori controllo: "Al Milan non c'è decenza"

L'ex calciatore senza mezze misure sulle vicende rossonere, lite Conceicao-Calabria post Parma e il concerto di Lazza: "Altrove non sarebbe successo"

Quello che è accaduto al termine di Milan-Parma, con la lite tra il tecnico Sergio Conceicao e Davide Calabria, è diventato inevitabilmente l'argomento principale nelle ore successive della sfida di San Siro. Un argomento toccato quest'oggi, nel corso della conferenza stampa di presentazione di Kyle Walker, anche dal dirigente rossonero Zlatan Ibrahimovic. Di quanto successo e del comportamento di alcuni calciatori milanisti, fotografati venerdì sera insieme a Lazza in occasione del concerto del cantante, se n'è ampiamente dibattuto negli studi di Sky Calcio Club. Al centro della discussione il comportamento, giusto o meno dei giocatori rossoneri, e il paragone con quelli di altre società.

Milan, Conceicao-Calabria e il concerto di Lazza

A prendere per primo la parola è Paolo Di Canio: “Stiamo capendo che sarà durissima per Conceicao allenare non dico in una sorta di normalità, ma anche avere una giornata serena. Perché quel che ha portato come regolamento credo sia una cosa normalissima”. Luca Marchegiani concorda: “Le 23 o mezzanotte, non cambia: se l’allenatore dice che il venerdì sera dovete stare a casa perché è venerdì, perché è un momento delicato e così via, al concerto di Lazza non ci vai”. Di Canio riprende la parola: “Luca ti stavo saltando addosso pensando dicessi il contrario (ride, ndr). Hai ragione, ma un qualsiasi allenatore come può accettare una cosa così? Voi vi siete fermati al concerto di Lazza. Il Milan ha vinto con il Como grazie ad un gol meravigliosamente sbagliato da Theo, perché altrimenti non la recupera quella partita, il giorno dopo era il compleanno di Emerson Royal che fa un party a due giorni e mezzo dalla gara con la Juve. Al di là di come erano vestiti e del buon gusto, ma non credo che si son fatte le 10 di sera se la gente arrivava a mezzanotte. E ripeto, a due giorni e mezzo dalla partita con la Juve. Fai quella partita con la Juve (sconfitta per 2-0, ndr), vai bene in coppa e a due giorni dalla partita col Parma, che può essere un crocevia importante, vai al concerto di Lazza? Lazza, che è l’idolo dei ragazzi, ovviamente non c’entra niente. Ma quanto successo è grave, e non deve dirlo l’allenatore".

Di Canio prosegue nella sua analisi: "Qualsiasi tecnico, come può accettarlo? Va bene il tempo libero, ma c’è un senso di rispetto, anche in Serie C e in Serie D. E qui stiamo parlando del Milan: vuol dire che in seno a questo gruppo non c’è il senso dell’etica del lavoro, della disciplina e di capire almeno i momenti, il senso di decenza. Non è che ogni volta che arriva un allenatore sbaglia lui: prima Fonseca, poi Conceicao, che sono agli antipodi per approccio col gruppo. Tutti e due si son trovati a dover fare delle scelte, e non sono d’accordo con Marco (Bucciantini, ndr) e con lo ‘zio’ Bergomi quando dicono dei migliori giocatori… E quando cambi così? Sono prigionieri di Leao allora! Cioè possono camminare, ridere, girarsi, sbagliare perché sono i più bravi?! Secondo me questi ragionamenti non si fanno neanche nei tornei amatoriali”.

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA

"All'Inter e al Napoli non succede"

A quel punto è il giornalista Marco Bucciantini a prendere la parola: “Voi, che siete stati calciatori, non siete mai andati ai concerti? Vorrei sapere questa cosa, mi interessa. Perché se c’è un divieto è un conto, però se si fanno la foto col cantante e la pubblicano…”. Se per Beppe Bergomi “Non c’è stato un divieto al venerdì secondo me, il problema è personale”, Di Canio risponde così: “Ma perché ci deve essere un divieto, Marco? Ma stiamo parlando del Milan, mica del Gigiottino: è una squadra che ha milioni di tifosi in tutto il mondo, che c’ha una gloria, un rispetto, ma di che stiamo parlando? Ci stiamo abituando alla decadenza della società in generale, si dice ‘Son giovani, sono tutti così’, cambia il linguaggio ma non il giudizio sull’etica”. Bucciantini replica: “La musica è la più bella invenzione dell’uomo, non la associo ad un atteggiamento lascivo. Il concerto o lo vieti, oppure…”. A incalzarlo c'è Marchegiani, che non si dice assolutamente d'accordo con il giornalista: "Ma non è vero, ma cosa dici? Se il venerdì sera, che comunque è vicino alla partita un giocatore sta fuori fino alle 23, mangia a mezzanotte e s’addormenta alle 2 del mattino perché deve digerire…”. Bergomi analizza: “I ragazzi di oggi non sono quelli di 5-10 anni fa. Non siamo noi, eh. Io perdevo il derby, non uscivo per una settimana. Questi, al giorno d’oggi, escono, fanno le loro cose”.

Di Canio prima replica “E perciò l’etica può andare a farsi fo****e? Ma che discorso è?", poi in merito al 'questi fanno le loro cose' di Bergomi risponde: “Ma questi (in riferimento ai calciatori del Milan, ndr) lo fanno. Quelli dell’Inter, sono sicuro, no! Sono diventati seri, non senti delle storie su di loro, e a Napoli lo stesso. Quando sento dire ‘Cambiano le cose i giovani’, è una ca**ta, basta con ‘ste ca****e. Guarda il Napoli, che è grande, se escono la sera fino alle 2 di notte il venerdì sera, questa è la realtà. Non è professionale andare di venerdì sera al concerto”. Bergomi, a quel punto, prova a spiegarsi: “La questione dell’etica del lavoro non la discute nessuno, è il rapporto coi ragazzi che secondo me è cambiato rispetto al passato”. La discussione si anima, con Bucciantini che esclama riferendosi a Di Canio: “Non è che si urla sopra gli altri si ha ragione, eh. E l’etica è un’altra cosa, Paolo”. Di Canio prima risponde ironicamente “Hai ragione, hai ragione tu”, poi prosegue: “Mi inc***o perché tu non sai cosa sia. Non hai mai fatto l’allenatore, io ti dico che avendolo fatto ho un certo senso dell’etica: stando 24 ore a studiare, lavorare e tutto mi inc***o. Tu non lo sai, di che parli? Nella vita ognuno ha la sua etica, anche nelle altre condizioni oltre quella professionale. Io la vedo in questa maniera, voi fate come vi pare”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Quello che è accaduto al termine di Milan-Parma, con la lite tra il tecnico Sergio Conceicao e Davide Calabria, è diventato inevitabilmente l'argomento principale nelle ore successive della sfida di San Siro. Un argomento toccato quest'oggi, nel corso della conferenza stampa di presentazione di Kyle Walker, anche dal dirigente rossonero Zlatan Ibrahimovic. Di quanto successo e del comportamento di alcuni calciatori milanisti, fotografati venerdì sera insieme a Lazza in occasione del concerto del cantante, se n'è ampiamente dibattuto negli studi di Sky Calcio Club. Al centro della discussione il comportamento, giusto o meno dei giocatori rossoneri, e il paragone con quelli di altre società.

Milan, Conceicao-Calabria e il concerto di Lazza

A prendere per primo la parola è Paolo Di Canio: “Stiamo capendo che sarà durissima per Conceicao allenare non dico in una sorta di normalità, ma anche avere una giornata serena. Perché quel che ha portato come regolamento credo sia una cosa normalissima”. Luca Marchegiani concorda: “Le 23 o mezzanotte, non cambia: se l’allenatore dice che il venerdì sera dovete stare a casa perché è venerdì, perché è un momento delicato e così via, al concerto di Lazza non ci vai”. Di Canio riprende la parola: “Luca ti stavo saltando addosso pensando dicessi il contrario (ride, ndr). Hai ragione, ma un qualsiasi allenatore come può accettare una cosa così? Voi vi siete fermati al concerto di Lazza. Il Milan ha vinto con il Como grazie ad un gol meravigliosamente sbagliato da Theo, perché altrimenti non la recupera quella partita, il giorno dopo era il compleanno di Emerson Royal che fa un party a due giorni e mezzo dalla gara con la Juve. Al di là di come erano vestiti e del buon gusto, ma non credo che si son fatte le 10 di sera se la gente arrivava a mezzanotte. E ripeto, a due giorni e mezzo dalla partita con la Juve. Fai quella partita con la Juve (sconfitta per 2-0, ndr), vai bene in coppa e a due giorni dalla partita col Parma, che può essere un crocevia importante, vai al concerto di Lazza? Lazza, che è l’idolo dei ragazzi, ovviamente non c’entra niente. Ma quanto successo è grave, e non deve dirlo l’allenatore".

Di Canio prosegue nella sua analisi: "Qualsiasi tecnico, come può accettarlo? Va bene il tempo libero, ma c’è un senso di rispetto, anche in Serie C e in Serie D. E qui stiamo parlando del Milan: vuol dire che in seno a questo gruppo non c’è il senso dell’etica del lavoro, della disciplina e di capire almeno i momenti, il senso di decenza. Non è che ogni volta che arriva un allenatore sbaglia lui: prima Fonseca, poi Conceicao, che sono agli antipodi per approccio col gruppo. Tutti e due si son trovati a dover fare delle scelte, e non sono d’accordo con Marco (Bucciantini, ndr) e con lo ‘zio’ Bergomi quando dicono dei migliori giocatori… E quando cambi così? Sono prigionieri di Leao allora! Cioè possono camminare, ridere, girarsi, sbagliare perché sono i più bravi?! Secondo me questi ragionamenti non si fanno neanche nei tornei amatoriali”.

 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA
Loading...
1
"Non sai di che parli", Di Canio fuori controllo: "Al Milan non c'è decenza"
2
"All'Inter e al Napoli non succede"