
C’era una volta il duro del Road House, iconico film del 1989 con il compianto Patrick Swayze, e c’è oggi il duro di Coimbra, città portoghese di 130mila anime, ovvero Sergio Conceiçao (per altro, come Swayze, amante della danza come visto nello spogliatoio di Riad dopo il successo in Supercoppa). Il primo mese in rossonero del tecnico portoghese potrebbe anche diventare un film per quanto sta succedendo. Dall’avvio elettrizzante in Arabia, con i successi contro Juventus e Inter, alle difficoltà in Serie A (pareggio interno con Cagliari e ko con la Juve); passando per la vittoria sudata - ma importante - in Champions contro il Girona e l’esaltante rimonta contro il Parma (dopo quella col Como).
Atteggiamenti forti e risse sfiorate
Il tutto corredato da atteggiamenti forti, attenzioni alla vita quotidiana dei giocatori bacchettati con rigide regole da rispettare, la rissa sfiorata con Calabria (da condannare, ovviamente) e determinate dichiarazioni con le quali l’allenatore è sembrato voler mettere in riga sia i propri dirigenti che la squadra: «Sono preoccupato - ha detto dopo il ko con la Juve in campionato il 18 gennaio -. Sto pensando a cosa fare per cambiare anche l'ambiente nello spogliatoio e intorno alla squadra». E poi prima della gara col Girona di mercoledì scorso, quando ha chiamato a raccolta i tifosi: «Vedo troppe divisioni dentro a questo club storico, ma chi ci perde è il Milan». Arrivato in rossonero il 30 dicembre, Sergio Conceiçao sa che il suo orizzonte è limitato. Ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2026, il Milan ha un’opzione per prolungare fino al 2027, ma anche una clausola per interrompere unilateralmente il rapporto già al termine di questa annata, dunque fra cinque mesi, se non fosse soddisfatto. Per questo il tecnico portoghese ha scelto una strada: la sua. Conceiçao ha fatto all-in per questa sua esperienza al Milan.
Conceicao, la grande occasione
E' la grande occasione e se la vuole giocare a modo suo, con le sue idee, le sue regole, i suoi spigoli. L'ex Porto ha un carattere difficile, i dirigenti lo hanno capito, i giocatori lo stanno imparando sulla loro pelle. Perché gli atteggiamenti da duro sono tanti, anche a Milanello. I richiami e i cazziatoni, anche al limite, non sono mancati in queste settimane. Al Milan si è passati da uno "yes-man" come Fonseca a Conceiçao che va avanti come un bulldozer. Viene da dire: finché arriveranno i risultati, tutto sarà gestibile, ma se dovessero arrivare momenti difficili e negativi, cosa accadrà? Remeranno sempre tutti dalla stessa parte? Conceiçao ha ormai dimostratore di voler fare a modo suo. Tomori è sul mercato direzione Juventus? Titolare e fuori dalle trattative. E lo stesso è accaduto prima con Emerson Royal e poi con Pavlovic. Anche Jovic - uno fuori dal progetto da mesi e destinato al Monza - ha giocato più di Camarda nelle ultime gare. Insomma, Conceiçao ha scelto la strada da seguire contro tutto e tutti: sarà quella giusta per arrivare al traguardo?
Le parole di Ibra
Tornando a quanto accaduto domenica fra l’allenatore e Calabria, sul caso è intervenuto Zlatan Ibrahimovic, che con i due aveva già parlato a San Siro e pure ieri mattina a Milanello: «È stato una situazione con tanta adrenalina - ha spiegato lo svedese - un momento caldo. Capisco che da fuori sia stato brutto da vedere, però a me è successo mille volte, dentro e fuori dal campo, in tutte le squadre in cui ho giocato. L’importante è risolvere e infatti è già risolto. Quando giochi assieme a campioni con la mentalità vincente, è ok. Capello mi ha insegnato che va bene per la squadra. Certe cose è meglio che succedano piuttosto che no, dimostrano il carattere e che le persone ci tengono: da fuori può sembrare più di quello che è stato, per noi è una cosa normale. Se faccio autocritica a noi della dirigenza? Noi vogliamo fare sempre il massimo; la serenità arriva con i risultati e con le vittorie, ci stiamo lavorando».