"I giocatori bravi devono sempre giocare dall’inizio. Non ha senso lasciare il più forte in panchina. Non capisco perché Sergio Conceiçao faccia così con Leao". Firmato Josè Altafini, uno dei più grandi attaccanti della storia della Serie A con 216 gol segnati dei quali ben 120 proprio con la maglia del Milan. Numeri clamorosi quelli del centravanti brasiliano in rossonero: 150 reti in 235 apparizioni. Acuti decisivi che sono serviti al Diavolo soprattutto per vincere due scudetti e la prima Coppa dei Campioni della storia milanista nel 1963. Un trionfo a Wembley firmato proprio dalla doppietta di Josè al Benfica.
Molti dicono che Leao dovrebbe essere utilizzato come arma tattica a gara in corso per spaccare le partite. Un po’ alla Altafini, come Carlo Parola usava lei nella Juve: che ne pensa?
"Il paragone con me non c’entra nulla, anche perché io avevo una certa età quando militavo alla Juventus. Prima di allora ho sempre giocato titolare. Leao mica è un brocco che deve entrare in campo negli ultimi minuti. Quelli bravi vanno in campo subito dal primo minuto. Anzi le dico di più: Rafa è il top player della squadra e come tutti i grandi giocatori deve giocare sempre titolare. Non ho dubbi, anche perché il portoghese è quello che la fa differenza…".
Cosa risponde a chi dice che spesso Leao ha delle pause durante i 90 minuti e rende di più da subentrante?
"Può anche non combinare nulla per 89 minuti, tanto gliene basta solo uno per fare la differenza con una sua giocata. I grandi calciatori sono così e Leao lo è, perciò mi aspetto che venga messo in campo tutte le partite tra i titolari. Sarebbe un errore non sfruttarlo dall’inizio".