MILANO - L ’orientamento del Milan per la poltrona da direttore sportivo è ormai abbastanza chiaro. Fabio Paratici è il nome in pole position nelle preferenze e nei colloqui di Giorgio Furlani. Ieri è andato in scena un nuovo summit a distanza di otto giorni dal primo (a Milano) e, seppur fosse nell’agenda del dirigente rossonero, non può essere un caso un secondo rendez-vous in così poco tempo, soprattutto perché a Londra era presente anche Gerry Cardinale. Il patron rossonero nelle settimane scorse aveva già incontrato Paratici nei colloqui svolti con Ibrahimovic, stavolta ha voluto presenziare a quello con l’ad. Paratici è in prima fila, nel corso dei prossimi giorni ci saranno anche altri incontri, però è evidente che si tratti di situazioni secondarie, da Igli Tare a Tony D’Amico. Non c’è ancora la firma, non ci sono ancora le strette di mano definitive, ma tra il Milan e Paratici c’è molto di più di un semplice flirt.

Paratici-Milan: cosa manca per chiudere
I colloqui tra l’ex ds della Juventus e Furlani sono entrati nel profondo, nelle pieghe più specifiche del tessuto milanista e queste cose non si fanno se non si ha voglia di trovare un accordo per iniziare a camminare insieme. La squalifica sportiva di Paratici terminerà in estate, ma potrebbe già operare come consulente per poi venir ufficialmente tesserato una volta scaduta la pena. La virata, importante ma non ancora risolutiva, è arrivata a prescindere da quelle che saranno le lungaggini del processo penale riguardante l’inchiesta Prisma relativa alle plusvalenze effettuate dalla dirigenza della Juventus durante gli ultimi anni della presidenza Andrea Agnelli. L’udienza del prossimo 15 aprile, infatti, non sarà risolutiva e si sa quali siano i tempi biblici della giustizia italiana.