Incontro De Zerbi, occhio a Conte, c'è anche Allegri: Paratici, che Milan?

Scelto il direttore sportivo, ora avanti tutta con l’allenatore: i pro e i contro dei tre nomi caldi

Scelto il direttore sportivo, ora avanti tutta con l’allenatore. Fabio Paratici, in attesa delle firme, si è già portato avanti, come dimostra il pranzo di qualche giorno fa con Edoardo Crnjar, procuratore di Roberto De Zerbi. Nome caldissimo, anche se la sensazione è che il nuovo responsabile dell’area tecnica, prima di prendere la decisione definitiva, vorrà capire bene quale piega potrà prendere il matrimonio tra Antonio Conte e Aurelio De Laurentiis a Napoli, non fosse altro perché sia alla Juve, sia al Tottenham quando è stato chiamato a rifondare una squadra Paratici (in bianconero sotto l’ombrello di Marotta) ha sempre scelto Conte. Al terzo posto del podio c’è Massimiliano Allegri, un altro vincente seriale che - a differenza dei colleghi - ha l’indubbio vantaggio di essere libero da vincoli. Vediamo ora i pro e i contro dei tre. 

De Zerbi il “potenziatore”

Dna rossonero, mentalità sacchiana rivisitata in salsa guardiolista. De Zerbi ricorda per molti aspetti il primo Sacchi: d’accordo, ha una carriera più strutturata ad alti livelli, però per la prima volta si troverebbe ad allenare una squadra guardata in tutto il mondo con il dovere - se non l’obbligo - di vincere. Al Sassuolo e al Brighton ha fatto benissimo, ma lì non viveva con l’assillo del risultato (allo Shakhtar Donetsk sì, ma ci si è messo di mezzo il Covid), mentre all’Om è oggettivamente difficile riuscire a primeggiare con un Psg costruito per vincere la Champions però pure a Marsiglia ha confermato le sue doti di “potenziatore”, ovvero di valorizzare i giocatori presenti in rosa facendo la gioia della proprietà (doppia per un fondo americano...). I pro e i contro stanno proprio nel suo profilo (giochista convinto, come piace ai milanisti, ma pure mai alla prova con una squadra di tale profilo internazionale) il tutto al netto del fatto che De Zerbi, salutando Marsiglia dopo una sola stagione, lascerebbe il progetto incompiuto. Certo è che per lui il Milan è sempre stato un punto d’arrivo e certe occasioni magari passano una volta nella vita. 

 

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Conte, il “seriale”

La candidatura di Conte ha soltanto pro, ma l’unico “contro” può essere insormontabile, considerato che De Laurentiis ha sempre dimostrato che quando vuole alzare un muro, lo fa sempre bello alto e con tanto di filo spinato in cima. Tra l’altro il Napoli - che è già squadra da scudetto - ha la forza per condurre un mercato importante ed esaudire il desiderio più grande dell’ex ct, quello di partire nella griglia della prossima Serie A  come fosse una McLaren. Il tutto al netto dell’altra grande incognita che porta dritta alla Juventus, il club che per l’Antonio è un po’ come Itaca, dove da sempre sogna di tornare nei panni di Ulisse. Per quanto riguarda i motivi che lo spingerebbero al Milan, oltre a quelli che tutti sanno (nessuno è tanto bravo a garantire subito risultati), va aggiunto il fattore tifosi: Cardinale dall’autunno è invitato a farsi da parte da San Siro rossonero e portare Conte a Milanello segnerebbe una nuova luna di miele tra lui e il popolo.

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 Allegri, “pronto all’uso”

Last but not least, il terzo nome nell’agenda di Paratici è quello di Allegri che uno scudetto al Milan lo ha già vinto e che ha un profilo più internazionale rispetto a quello di Conte avendo giocato due finali di Champions. L’ultima controversa esperienza alla Juve lo rende meno digeribile ai tifosi rispetto a Sant’Antonio da Lecce, però, per un club che deve per prima cosa ritrovare solidità, è una garanzia. Inoltre, a differenza dei colleghi, Allegri è libero di impegni e, qualora venisse scelto da Paratici, potrebbe già lavorare alla ricostruzione, guadagnando tempo sulla concorrenza. Il che, quando c’è di mezzo il calciomercato, può essere un fattore determinante. A corredo, Allegri non è un dogmatico e riesce ad adattare il suo credo calcistico al materiale a sua disposizione e non chiederebbe certo la luna a Cardinale. 

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Scelto il direttore sportivo, ora avanti tutta con l’allenatore. Fabio Paratici, in attesa delle firme, si è già portato avanti, come dimostra il pranzo di qualche giorno fa con Edoardo Crnjar, procuratore di Roberto De Zerbi. Nome caldissimo, anche se la sensazione è che il nuovo responsabile dell’area tecnica, prima di prendere la decisione definitiva, vorrà capire bene quale piega potrà prendere il matrimonio tra Antonio Conte e Aurelio De Laurentiis a Napoli, non fosse altro perché sia alla Juve, sia al Tottenham quando è stato chiamato a rifondare una squadra Paratici (in bianconero sotto l’ombrello di Marotta) ha sempre scelto Conte. Al terzo posto del podio c’è Massimiliano Allegri, un altro vincente seriale che - a differenza dei colleghi - ha l’indubbio vantaggio di essere libero da vincoli. Vediamo ora i pro e i contro dei tre. 

De Zerbi il “potenziatore”

Dna rossonero, mentalità sacchiana rivisitata in salsa guardiolista. De Zerbi ricorda per molti aspetti il primo Sacchi: d’accordo, ha una carriera più strutturata ad alti livelli, però per la prima volta si troverebbe ad allenare una squadra guardata in tutto il mondo con il dovere - se non l’obbligo - di vincere. Al Sassuolo e al Brighton ha fatto benissimo, ma lì non viveva con l’assillo del risultato (allo Shakhtar Donetsk sì, ma ci si è messo di mezzo il Covid), mentre all’Om è oggettivamente difficile riuscire a primeggiare con un Psg costruito per vincere la Champions però pure a Marsiglia ha confermato le sue doti di “potenziatore”, ovvero di valorizzare i giocatori presenti in rosa facendo la gioia della proprietà (doppia per un fondo americano...). I pro e i contro stanno proprio nel suo profilo (giochista convinto, come piace ai milanisti, ma pure mai alla prova con una squadra di tale profilo internazionale) il tutto al netto del fatto che De Zerbi, salutando Marsiglia dopo una sola stagione, lascerebbe il progetto incompiuto. Certo è che per lui il Milan è sempre stato un punto d’arrivo e certe occasioni magari passano una volta nella vita. 

 

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