L'ipotesi del pareggio
Un eventuale pareggio sarebbe visto come un risultato positivo? “Per raggiungere l’obiettivo finale di entrare nei primi 4 posti serve un minimo di punteggio, solitamente 72-74 punti: minimo dobbiamo raggiungere quei punti li. Siamo ancora lontani, mancano tante vittorie: chiaro che quando vinci è molto meglio mentre se pareggi ti arrabbi perché vorresti vincere, ma alla fine devi accumulare punti per arrivare all’obiettivo. Domani servirà partita tecnica, come dicevo prima. Loro pressano molto, danno intensità e la Juve ha sempre fatto gol, ha un attacco molto importante e ha solidità difensiva anche se nelle ultime gare ha preso gol. Quando ci sono queste partite di solito vengono fuori bei match, al di là del punteggio: poi a livello emotivo son sempre belle da giocare”.
"La Juve di Tudor diversa. Rabiot..."
Si dice che il Milan abbia già identità e la Juve con Tudor no: “A parte che siamo solo all’inizio e la Juve ha solo 1 punto meno di noi, ci vogliono calma e serenità. Non dobbiamo esaltarci perché al momento non abbiamo né vinto il campionato nè siamo in Champions. Passetto alla volta in serenità, giocare le partite e analizzarle. Solo l’equilibrio ci potrà portare all’obiettivo finale. Se c’è una stagione della Juve che mi ricorda quella di quest’anno col Milan? Parallelismi non ce ne sono, da quando alleno non ho mai avuto una stagione simile all’altra. Bisogna capire le situazioni, stiamo giocando in questo modo magari tra 3 mesi cambieremo modo di giocare. Alcuni miglioreranno la condizione, mi metteranno nella condizione di fare scelte diverse. Solo l’obiettivo finale non cambia”.
Questa Juve è più forte della sua ultima Juve? “Come quando dicono ‘quel giocatore là tecnicamente era più forte di quello di ora’. In settimana ho parlato con Dan Peterson (leggendario coach di basket, ndr), lui mi dice che è cambiata la qualità nei giocatori nel basket perché è cambiata la struttura fisica, ed è uguale nel calcio. Basta vedere la struttura dei giovani, cresciuti di 10 cm rispetto a quando giocavamo noi. Semplicemente è una Juve diversa, così come il Milan di ora è diverso da quello che ho allenato in passato". Altro ex oltre Allegri sarà Adrien Rabiot: “L’ho trovato più cresciuto rispetto a quello che avevo alla Juve, ma è normale. Capita quando passi dai 26 ai 30-31, è il periodo in cui si matura molto e lui l’ha fatto”.