Pagina 4 | Allegri, Juve-Milan di cuore: "Poi si diventa patetici. Stadium, non sbaglio panchina perché..."

Passato e presente che si incrociano, una vita in panchina col rosso e il bianco ad alternarsi al nero, le due squadre che più ha rappresentato che si trovano di fronte. Quella tra Milan e Juventus per Massimiliano Allegri non può essere una partita come le altre: otto anni in tutto a Torino con 12 trofei vinti e due finali di Champions giocate. Quest'anno il ritorno a Milano, con un avvio di stagione che fa sognare i tifosi rossoneri, specie dopo il successo sul Napoli di Antonio Conte. Alla sesta di campionato per il tecnico è già tempo di scendere in campo contro il suo passato: per lui il ritorno all'Allianz a distanza di quasi un anno e mezzo dall'ultima volta che ha guidato i bianconeri. Siederà in panchina allo Stadium, su quella ospite (che, come ammesso da Allegri, sarà la stessa su cui sedeva prima): Che non sia una gara come le altre lo ha ammesso lo stesso Allegri, nella consueta conferenza della vigilia, nonostante il focus sia totalmente sull'obiettivo di squadra e nonostante abbia provato a glissare sulle emozioni del ritorno. 

Juve-Milan, parla Allegri

Inizia così in sala stampa il tecnico rossonero: “Domani bellissima partita, è sempre partita straordinariamente bella Juve-Milan, per tutto. Per noi è importante fare un passettino in avanti contro una squadra forte e che lotterà fino alla fine per i primi 4 posti. Poi avremo la sosta e cercheremo di passare una bella sosta: non sarà facile, ma faremo tutto il possibile”.

Juve-Milan è un po' la partita della sua vita? Allegri risponde così: “Ho vissuta la settimana normalmente, cercando di preparare al meglio la partita, che è ciò che conta. Inutile ripetere le stesse cose, che si diventa anche patetici: i sentimenti per gli 8 anni vissuti alla Juve li porto dentro, come per i 5 anni trascorsi ad oggi al Milan e spero di poter arrivare ad 8 anche qui. Domani è una partita bella perché è Juventus-Milan: ci sono 3 punti in palio contro una squadra che non ha mai perso, che ha un ottimo allenatore e ottimi giocatori”.

Rischio di sbagliare panchina e accoglienza

Da 12 anni non sfidava la Juventus da avversario, non c’è rischio di sbagliare panchina? “No perché hanno cambiato panchina alla Juventus, le hanno invertite, quindi ritorno alla panchina dov’ero (ride, ndr). Ogni volta che vado in panchina per me è sempre un’emozione perché lo faccio con divertimento, faccio con passione questo lavoro. Poi quando si giocano le grandi partite c’è sempre un’emozione da vivere, per questo dobbiamo essere concentrati sull’obiettivo finale indipendentemente da domani, che sarà una bellissima partita. Dobbiamo lavorare per arrivare in fondo affinché il Milan torni a giocare la Champions, perché la Champions è emozione diversa dove viviamo tante grandi partite. Per far questo bisogna continuare a lavorare, domani è solo la sesta partita"

Allegri continua: "Ci sono ancora tanti punti in palio, spero ci saranno tanti momenti bellissimi ma ce ne saranno anche alcuni difficili. In quelli difficili bisogna rimanere sereni avendo chiaro l’obiettivo finale, e parlo di tutti: ambiente, giocatori, società. Bisogna lavorare in serenità per raggiungerlo. Obiettivo a lungo termine? Domani c’è una partita, poi tra 15 ce ne sarà un’altra: proveremo a fare punti, son quelli i progetti che ti portano al lungo termine. Si parla tanto di progetti, ma ciò che conta è vincere le partite, quelle ti portano lontano". Ma che accoglienza si aspetta allo Stadium? Il tecnico elude la domanda: "Domani andiamo e proviamo a fare risultato, che è la cosa più importante… (ride, ndr)".

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"Rivincita sulla Juve?", la risposta di Allegri

Domani il tecnico rossonero tornerà a Torino in cerca di rivincita? La risposta è chiara: “Assolutamente no. Quando sono andato alla Juventus ho ringraziato il Milan per i 4 anni straordinari vissuti qui, nel rapporto con società e tifosi, con questi ultimi che anche domenica col Napoli quando eravamo in 10 ci han dato una grossa mano. E ora devo ringraziare la Juventus: son stato fortunato a vivere 4 anni al Milan, questo è il quinto, più 8 anni alla Juventus e ad interagire con la società Milan Berlusconi-Galliani prima, poi alla Juve Andrea Agnelli-Elkann-Marotta e tutti gli altri oltre ai magazzinieri e tutti quelli che lavorano. Ho conosciuto un sacco di persone, ed è la cosa più bella: l’aspetto professionale è importante, ma anche quello umano. Domani non è una rivincita, è una bellissima partita dove fortunatamente mi siederò in panchina visto che ho beccato un bel po’ di squalifiche, e vedremo cosa succederà".

"Cosa servirà domani"

E a proposito di panchina, al tecnico piace vedere le partite da lì o magari in tribuna come ha fatto Luis Enrique? "Ognuno è diverso, se fa così vuol dire che si sente meglio a far così, a me piace di più vivere la partita dalla panchina. Poco tranquillo in panchina? Il pomeriggio di Milan-Napoli è finito bene perché abbiamo vinto, poi devo migliorare: non a calciare, perché ho calciato abbastanza bene (ride, ndr) ma gli ultimi minuti della partita. Importante è che la squadra abbia portato a casa risultato importante". Su cosa servirà nella sfida con la Juve, Allegri spiega: "Domani servirà giocare tecnicamente una bella partita. La difesa può essere un fattore a nostro favore? Serve tornare a migliorare: col Napoli difeso bene ma potevamo fare meglio, come ad esempio in occasione del rigore dove eravamo 5 contro 3 in area".

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L'ipotesi del pareggio

Un eventuale pareggio sarebbe visto come un risultato positivo? “Per raggiungere l’obiettivo finale di entrare nei primi 4 posti serve un minimo di punteggio, solitamente 72-74 punti: minimo dobbiamo raggiungere quei punti li. Siamo ancora lontani, mancano tante vittorie: chiaro che quando vinci è molto meglio mentre se pareggi ti arrabbi perché vorresti vincere, ma alla fine devi accumulare punti per arrivare all’obiettivo. Domani servirà partita tecnica, come dicevo prima. Loro pressano molto, danno intensità e la Juve ha sempre fatto gol, ha un attacco molto importante e ha solidità difensiva anche se nelle ultime gare ha preso gol. Quando ci sono queste partite di solito vengono fuori bei match, al di là del punteggio: poi a livello emotivo son sempre belle da giocare”.

"La Juve di Tudor diversa. Rabiot..."

Si dice che il Milan abbia già identità e la Juve con Tudor no: “A parte che siamo solo all’inizio e la Juve ha solo 1 punto meno di noi, ci vogliono calma e serenità. Non dobbiamo esaltarci perché al momento non abbiamo né vinto il campionato nè siamo in Champions. Passetto alla volta in serenità, giocare le partite e analizzarle. Solo l’equilibrio ci potrà portare all’obiettivo finale. Se c’è una stagione della Juve che mi ricorda quella di quest’anno col Milan? Parallelismi non ce ne sono, da quando alleno non ho mai avuto una stagione simile all’altra. Bisogna capire le situazioni, stiamo giocando in questo modo magari tra 3 mesi cambieremo modo di giocare. Alcuni miglioreranno la condizione, mi metteranno nella condizione di fare scelte diverse. Solo l’obiettivo finale non cambia”.

Questa Juve è più forte della sua ultima Juve? “Come quando dicono ‘quel giocatore là tecnicamente era più forte di quello di ora’. In settimana ho parlato con Dan Peterson (leggendario coach di basket, ndr), lui mi dice che è cambiata la qualità nei giocatori nel basket perché è cambiata la struttura fisica, ed è uguale nel calcio. Basta vedere la struttura dei giovani, cresciuti di 10 cm rispetto a quando giocavamo noi. Semplicemente è una Juve diversa, così come il Milan di ora è diverso da quello che ho allenato in passato". Altro ex oltre Allegri sarà Adrien Rabiot: “L’ho trovato più cresciuto rispetto a quello che avevo alla Juve, ma è normale. Capita quando passi dai 26 ai 30-31, è il periodo in cui si matura molto e lui l’ha fatto”.

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Leao, Tomori e... Dan Peterson

E a proposito di Dan Peterson, l'ex tecnico ha intervistato Pulisic, poi Allegri gli ha chiesto di parlare alla squadra. Cosa ha detto ai rossoneri? “E’ stato un momento bellissimo: da piccolo vedevo giocare le sue squadre che spesso riuscivano a  ribaltare le partite negli ultimi minuti. Ci siamo confrontati su come sia cambiato il basket a livello tecnico-fisico e di come è cambiato il calcio. Parlare con Dan, uomo di 91 anni, che ha una carica ancora straordinaria è stato molto bello: spero di avere altre possibilità di confrontarmi con lui perché c’è sempre da imparare”.

Si passa alla squadra, nello specifico alle condizioni di Tomori e Leao: “Tomori è completamente a disposizione. Ha avuto risentimento sull’adduttore, però niente di che: ogni tanto ha queste robe ma passano in fretta. Leao ha fatto una bella settimana, la prima dal 17 agosto perché non si era mai allenato. Domenica l'ho fatto giocare, avevo intenzione di farlo entrare ma non così presto: per l’espulsione e i cambi ha fatto più minutaggio di quel che doveva. Ma sta crescendo di condizione, così come Nkunku: la squadra sta bene fisicamente. Domani dovremo alzare ulteriormente il livello di attenzione per portare il risultato da Torino. Se Leao 'nelle mie mani' è pronto a dimostrare di essere un campione? Per lui deve ancora iniziare la stagione: ha voglia di fare, non è che è nelle mie mani ma nelle sue mani. Un vecchio detto dice ‘aiutati che Dio ti aiuta’, sa che è una stagione importante. Lui ha bisogno della squadra e viceversa, ha una buona condizione e ha voglia di fare

I dubbi di formazione

Assente Estupinan, può giocare Bartesaghi? “Ho fiducia, come ho fiducia in tutti i giocatori della rosa: domenica sono entrati sia Bartesaghi sia Athekame, due giocatori con poche partite sulle spalle ma hanno tutta la mia fiducia. Domani può essere che giochi uno dei due, o l’uno o l’altro”. Sui dubbi di formazione: “Oggi c’è l’ultimo allenamento. La prima valutazione la devo fare su Tomori, poi gli altri stanno bene. I cambi possono essere determinanti: ripeto, siam partita il 10 luglio con un obiettivo da parte di tutti, l’obiettivo singolo deve essere messo a disposizione dell’obiettivo comune. C’è qualcuno che gioca di meno e qualcuno di più, ma l’importante è che la squadra regali la vittoria o un risultato positivo a società, tifosi e a loro stessi. Oggi vedrò l’allenamento, poi deciderò chi far giocare”.

Gabbia convocato in Nazionale: “Ho imparato una cosa dai vecchi allenatori: fino a che i giocatori non li alleni è difficile dare giudizi esterno. Ho trovato un ragazzo responsabile e professionale, con qualità e margini di crescita. Poi se vanno in Nazionale vuol dire che abbiamo una rosa di ottimo valore”. Possibile vedere Ricci con Modric e Nkunku prima punta? “Vediamo domani. La partita dura 95’ ed è possibile che negli ultimi 30-40 minuti servano certi tipi di giocatori. Ricci può giocare da interno o davanti alla difesa, è cresciuto molto. Nkunku è indiscutibile tecnicamente, è cresciuto fisicamente. Importante avere tutti il focus sull’obiettivo”. Infine ul ritorno di Jashari: “Ci vuole ancora un mesetto, ha iniziato a correre sulla sabbia: deve crescere il muscolo, però sta lavorando bene”.

 

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Leao, Tomori e... Dan Peterson

E a proposito di Dan Peterson, l'ex tecnico ha intervistato Pulisic, poi Allegri gli ha chiesto di parlare alla squadra. Cosa ha detto ai rossoneri? “E’ stato un momento bellissimo: da piccolo vedevo giocare le sue squadre che spesso riuscivano a  ribaltare le partite negli ultimi minuti. Ci siamo confrontati su come sia cambiato il basket a livello tecnico-fisico e di come è cambiato il calcio. Parlare con Dan, uomo di 91 anni, che ha una carica ancora straordinaria è stato molto bello: spero di avere altre possibilità di confrontarmi con lui perché c’è sempre da imparare”.

Si passa alla squadra, nello specifico alle condizioni di Tomori e Leao: “Tomori è completamente a disposizione. Ha avuto risentimento sull’adduttore, però niente di che: ogni tanto ha queste robe ma passano in fretta. Leao ha fatto una bella settimana, la prima dal 17 agosto perché non si era mai allenato. Domenica l'ho fatto giocare, avevo intenzione di farlo entrare ma non così presto: per l’espulsione e i cambi ha fatto più minutaggio di quel che doveva. Ma sta crescendo di condizione, così come Nkunku: la squadra sta bene fisicamente. Domani dovremo alzare ulteriormente il livello di attenzione per portare il risultato da Torino. Se Leao 'nelle mie mani' è pronto a dimostrare di essere un campione? Per lui deve ancora iniziare la stagione: ha voglia di fare, non è che è nelle mie mani ma nelle sue mani. Un vecchio detto dice ‘aiutati che Dio ti aiuta’, sa che è una stagione importante. Lui ha bisogno della squadra e viceversa, ha una buona condizione e ha voglia di fare

I dubbi di formazione

Assente Estupinan, può giocare Bartesaghi? “Ho fiducia, come ho fiducia in tutti i giocatori della rosa: domenica sono entrati sia Bartesaghi sia Athekame, due giocatori con poche partite sulle spalle ma hanno tutta la mia fiducia. Domani può essere che giochi uno dei due, o l’uno o l’altro”. Sui dubbi di formazione: “Oggi c’è l’ultimo allenamento. La prima valutazione la devo fare su Tomori, poi gli altri stanno bene. I cambi possono essere determinanti: ripeto, siam partita il 10 luglio con un obiettivo da parte di tutti, l’obiettivo singolo deve essere messo a disposizione dell’obiettivo comune. C’è qualcuno che gioca di meno e qualcuno di più, ma l’importante è che la squadra regali la vittoria o un risultato positivo a società, tifosi e a loro stessi. Oggi vedrò l’allenamento, poi deciderò chi far giocare”.

Gabbia convocato in Nazionale: “Ho imparato una cosa dai vecchi allenatori: fino a che i giocatori non li alleni è difficile dare giudizi esterno. Ho trovato un ragazzo responsabile e professionale, con qualità e margini di crescita. Poi se vanno in Nazionale vuol dire che abbiamo una rosa di ottimo valore”. Possibile vedere Ricci con Modric e Nkunku prima punta? “Vediamo domani. La partita dura 95’ ed è possibile che negli ultimi 30-40 minuti servano certi tipi di giocatori. Ricci può giocare da interno o davanti alla difesa, è cresciuto molto. Nkunku è indiscutibile tecnicamente, è cresciuto fisicamente. Importante avere tutti il focus sull’obiettivo”. Infine ul ritorno di Jashari: “Ci vuole ancora un mesetto, ha iniziato a correre sulla sabbia: deve crescere il muscolo, però sta lavorando bene”.

 

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