Segnare 2 gol in appena 86 minuti giocati, fornendo pure un assist vincente, sarebbe di per sé un’impresa destinata a non passare inosservata. Se poi di cognome fai pure Maldini, diventa inevitabile attirare le luci dei riflettori. Da talento inespresso a stellina emergente, il passo è stato breve. Il secondogenito delle leggenda milanista Paolo Maldini ha, infatti, trovato in Brianza l’habitat ideale per esplodere. Nell’ultimo anno e mezzo tra Spezia ed Empoli poche luci (i gol contro Milan e Inter) e tante ombre (parecchie panchine). Il cognome sulle spalle rischiava di schiacciarlo sotto il peso di pressioni e aspettative eccessive quanto difficili da sopportare per un ragazzo di soli 22 anni. Al Monza, però, è arrivata la svolta. Galeotto fu un martedì pomeriggio di gennaio, quando in un paio d’ore i suoi agenti Giuseppe Riso e Cristiano Pavone confezionano con Adriano Galliani l’operazione. Maldini fa in fretta i bagagli e saluta Empoli dopo 7 presenze e 0 gol. Un’esperienza da dimenticare da punto di vista calcistico, ma che l’ha fortificato caratterialmente.
Daniel, mai arrendersi
Mai arrendersi. E così in silenzio ha aspettato l’occasione giusta per mettersi in mostra. Finora Palladino gli ha concesso solo degli spezzoni (il più lungo quello contro la Roma: 24 minuti), eppure tanto è bastato a Daniel per lasciare il segno. Due le reti decisive per spingere i biancorossi a ridosso della zona Europa. Il sogno dalle parti di Monzello si chiama Confrence League. Un traguardo da centrare per dedicarlo a chi purtroppo non c’è più, ma che, da visionario illuminato, l’aveva messo nel mirino in tempi non sospetti. Ogni riferimento è naturalmente rivolto all’ex patron Silvio Berlusconi, che già nell’estate 2020 aveva tentato di portare al Monza Maldini jr. All’epoca il Milan proprietario del suo cartellino disse di no, ma il destino 3 anni e mezzo dopo ha fatto ricongiungere le strade di Daniel e della società brianzola. Un matrimonio che si sta rivelando azzeccato. I biancorossi grazie agli acuti del numero 27 hanno conquistato 2 preziose vittorie esterne sui campi di Salernitana e Genoa. All’Arechi sbloccò il punteggio, aprendo le danze verso il 2-0 finale con una rete di pregevole fattura. Sabato sera invece a Marassi si è accontentato di un tap-in per siglare la vittoria biancorossa sul Grifone per 3-2. Entrambi i gol sono arrivati da subentrante. Pochi minuti ma buoni. Stessa cosa era accaduta contro il Milan, quando aveva innescato Colombo in occasione del 4-2 che aveva mandato al tappeto il Diavolo. Adesso Maldini scalpita e si candida a una maglia da titolare, magari già sabato contro il Cagliari.
Il futuro di Daniel
Intanto Galliani è al lavoro per trattenerlo in biancorosso anche nella prossima stagione: contatti avviati col Milan per trovare un’intesa. La formula potrebbe essere quella che a luglio i rossoneri avevano concordato con l’Empoli, ovvero prestito con diritto di riscatto (4 milioni) e controriscatto in favore del club di Cardinale (5 milioni). L’etichetta scomoda di “raccomandato e figlio di” Daniel se la sta scrollando di dosso sul rettangolo verde. Coi fatti. Poche parole per lasciar parlare il pallone. La sensazione è che il meglio debba ancora venire e la famiglia Maldini possa vantare un paio d’anni un terzo illustre rappresentante in Serie A. Tocca ora a Daniel, dopo nonno Cesare e papà Paolo, provare a scrivere la storia del calcio italiano.