Sarri: «Giu le mani dal mio Napoli»

Il tecnico azzurro risponde alle critiche alla vigilia del match con il Chievo: «Non siamo in calo, ma per sognare dobbiamo riprendere a vincere»
Sarri: «Giu le mani dal mio Napoli»© MOSCA

CASTEL VOLTURNO (Caserta) - Maurizio Sarri non ha digerito le critiche. Il tecnico del Napoli, dopo il pari di Firenze, smentisce le voci di un calo delle prestazioni, nonostante l'eliminazione dall'Europa League ad opera del Villarreal e il sorpasso della Juventus in testa alla classifica. «In Italia c'è la cultura del "problema fisico". Noi con la Fiorentina abbiamo percorso oltre 12mila metri - dice Sarri, che poi snocciola dati, i migliori del 2016 -. Rispetto le opinioni, ma i numeri non si discutono. Il problema è che abbiamo concesso poco, ma abbiamo subito, forse anche per nostre colpe. Sui gol subiti c'è stato un pizzico di malasorte. Detto questo, la Fiorentina ha fatto una grandissima partita e noi abbiamo retto alla grande. Gli stessi avversari hanno ammesso di aver fatto la loro migliore prestazione stagionale».

TUTTE CAZZATE - «Mi dà fastidio - continua il tecnico azzurro - quando la gente parla solo in relazione al risultato del match, se con la Juve fosse finita 0-0 il commento sarebbe stato diverso. Mi dà fastidio che la gente cambi idea in relazione ad un tiro deviato, c'è chi deve vendere i giornali e c'è chi deve farsi vedere in tv: bello il lavoro del commentatore, puoi dire una cazzata e tre giorni dopo sei ancora lì». 

IL SOGNO - «I ragazzi hanno sempre parlato di un sogno: per provarci dobbiamo cominciare a vincere le partite - continua Sarri, che poi presenta il match di domani sera al San Paolo -. Il Chievo è una delle squadre italiane che ha vinto di più in trasferta. Pensiamo quindi alla partita di domani. Lo scudetto non è un'aspirazione, ma deve essere un sogno. Se col nostro budget partiamo per vincere il campionato allora siamo fuori di testa. Ogni tanto, comunque, i sogni si avverano. Se sono un sognatore? No, non lo sono. I tifosi devono stare tranquilli: ce la metteremo tutta».

MARADONA - «Le sue parole? Non le ho sentite, ma ripeto: solo il fatto che lui pronunci il mio cognome mi riempie di orgoglio. Se ne parla bene, anche di più» conclude Sarri in merito ai complimenti ricevuti dal Pibe de Oro.

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